Matilda, stella a Berlino: sono un’attrice per caso
«Cantante e artista di strada, suonavo in una band La svolta con Accorsi, il festival tedesco mi premia»
ennesimo regalo che la vita mi sta facendo da due anni a questa». Si chiama Matilda De Angelis, bolognese, 22 anni, sarà la «Shooting star italiana» al prossimo Festival di Berlino, tra i talenti che i giurati dell’efp (European Film Promotion) suggeriscono di tenere d’occhio. Finora, i segnalati, si sono fatti notare: tra gli stranieri, Daniel
Craig o Alicia Vikander, tra i nostri, Alba Rohrwacher, Stefano Accorsi, fino al più recente Alessandro Borghi. «La lista fa venire la pelle d’oca — ammette la diretta interessata — prendo questo onore seriamente e insieme in modo spensierato». Anche perché la motivazione è piuttosto impegnativa: «C’è qualcosa che lei non sappia fare? Attrice, cantante, musicista, Matilda De Angelis ha lasciato i membri della giuria sbalorditi con la forte interpretazione in Veloce come il vento…».
Ovvero il film che le ha cambiato vita. «Tutto è successo abbastanza per caso, La carriera ● Tra i suoi film, «Una famiglia» di Sebastiano Riso e «Il premio» di Alessandro Gassmann. In tv, la serie «Tutto può succedere» cercavano attori non professionisti e io già da un paio d’anni suonavo in una band, i Rumba de Bodas, pensando che la musica sarebbe stato il mio futuro». Non fosse stato per sua madre, forse non avrebbe neanche attraversato questa sliding door. «Un bel paradosso, io per niente mammona che vado al provino spinta dalla mamma. Lei stava facendo il cammino di Santiago di Compostela, al telefono mi ha convinto a partecipare. Mi sono affidata all’istinto e il regista, Matteo Rovere, mi ha scelto. Sul set ero come in apnea, mi lasciavo guidare da lui, Accorsi e Roberta Mattei». Non ha più smesso di recitare: le tre stagioni di Tutto può succedere, la trasferta veneziana per Una famiglia di Sebastiano Riso, di recente Il premio di Alessandro Gassmann. In uscita, Youtopia di Berardo Carboni.
«La musica è stata il mio primo palcoscenico, sui set avevo paura di non essere preparata e sento la voglia di meritarmi di far parte di questo mondo, studiare, diventare un’attrice vera, superando l’appellativo lusinghiero di rivelazione».
La musica resta la sua linfa vitale. «Non potrei smettere di suonare, come non potrei Tappeto rosso