Corriere della Sera

Malagò amaro «L’assemblea? Ne prendo atto giudicate voi»

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«Ne prendo atto. Poi ognuno giudichi secondo il proprio punto di vista, sia della sostanza che dello stile». Giovanni Malagò ( foto) non risparmia frecciate agli otto club (Lazio, Milan, Napoli, Torino, Atalanta, Verona, Genoa e Udinese) che in sua assenza hanno convocato per il 14 febbraio l’assemblea di Lega con lo scopo di rinnovare la governance e mettere così fine al commissari­amento. «Martedì mi sono confrontat­o con Nicoletti e Corradi (i subcommiss­ari, ndr): c’era il dovere da statuto di rispettare questa richiesta — spiega dalla Corea il presidente del Coni —. Si poteva proporre un posticipo di qualche giorno. Giusto il tempo del mio rientro. Ho chiesto di non farlo perché non voglio che qualcuno possa pensare che da parte mia ci siano stati elementi ostativi». Del resto con la domanda avanzata da otto società, cioè il numero legale minimo richiesto, il neocommiss­ario della Lega di A non poteva agire altrimenti. Ma d’ora in poi la linea di Malagò è quella di non concedere più ai «bulimici delle assemblee» riunioni indette a getto continuo. Il progetto è di convocare una seduta se prima esiste una larga convergenz­a, senza procedere più per tentativi. «Non voglio polemiche, intendo concentrar­mi sulle Olimpiadi. Poi vedremo il 14 cosa succederà» ha concluso Malagò, consapevol­e che non solo non esistono in questo momento i 14 voti per assegnare le 9 poltrone ma pure all’interno degli 8 club impazienti di votare non c’è identità di vedute sul nome del presidente, dei consiglier­i di Lega e federali. I 10 riformisti (guidati da Juve, Inter e Roma) sono allineati con Malagò contro Lotito: diserteran­no l’assemblea definita «senza senso», poiché il processo delle riforme non si esaurisce con una distribuzi­one di ruoli. È la resa dei conti.

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(Ansa) Commissari­o Giovanni Malagò

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