Corriere della Sera

«La Ferrari è una leggenda, ma i tifosi contano di più»

Il boss della F1: «Voglio corse spettacola­ri, oggi spendiamo troppo e male»

- Daniele Sparisci

Anche a me piacevano le grid girl, ma sempliceme­nte non erano più linea con il mondo moderno».

Però la gente rimpiange i V12, i duelli Senna-prost, la F1 del passato. Con tante novità non si rischia di perdere le radici?

«Sui motori sono d’accordo: serve più rumore. Sul resto no: Hamilton è uno con poca personalit­à? E Verstappen? Migliaia vengono ai circuiti solo per vederli; accendono la fantasia, non sono già dei supereroi? Danno un contributo fortissimo alla popolarità della F1. Non si può congelare il tempo e poi riproporrl­o, perché il mondo cambia. La storia va rispettata ma non bisogna avere paura di cambiare».

Il 25 marzo si parte a Melbourne, cosa si aspetta? E quale sarebbe il suo sogno?

«Grandi corse, imprevedib­ili, momenti memorabili, un campionato competitiv­o ed equilibrat­o. L’anno scorso la sfida è stata fra due, sarebbe bello vedere gli “underdog” (gli sfavoriti ndr) vincere qualche Gp».

Tipo la Mclaren? «Speriamo che con la Renault trovi nuove energie perché Alonso è un pilota che tutti guardano. L’anno scorso faceva male il cuore quando si fermava nel giro di formazione».

Quanto è importante una Ferrari competitiv­a?

«La Ferrari è una leggenda e averla vista lottare per il titolo è stato fantastico. Ma io tifo per loro nella stessa misura in cui tifo per tutti gli altri. Ci sono anche altre grandi squadre oltre alla Ferrari. Anche la Mclaren, se fosse competitiv­a, avrebbe un gran seguito».

Siamo a quota 21 Gp e si parla di aggiungern­e altri (in lizza anche New York, Las Vegas, Copenaghen). Quando?

«La priorità non è aumentare il numero ma lo spettacolo. In ogni posto dove decideremo di andare stringerem­o accordi di lunga durata».

Il patto della Concordia scade nel 2020 e non sarà rinnovato. Che cosa succederà: tutti saranno trattati allo stesso modo?

«Non entro nel dettaglio. Ma il nostro obiettivo è creare uno sport sano per i tifosi e per le squadre. L’attuale modello economico è insostenib­ile per la maggior parte dei team. Se c’è una squadra in vendita nessuno la vuole comprare, nemmeno a un dollaro. Vogliamo che nuova gente entri, che sia protagonis­ta. Non significa che dobbiamo rimpiazzar­e le scuderie esistenti ma riaccender­e il desiderio di partecipar­e di chi è fuori».

Ma lei se la immagina una F1 senza la Ferrari?

«La Ferrari ha un’importanza unica. Vogliamo che continui a essere parte di questo sport».

E la Mercedes?

«Idem. Lo ripeto: vogliamo cambiare questo sport in meglio, non cambiare le squadre. Si possono raggiunger­e compromess­i ma il principio più importante non è negoziabil­e: l’interesse dei tifosi viene al primo posto».

Vi spaventa la crescita della Formula E?

«Ma per favore. È uno “street party” con una missione nobile per l’ambiente: ma la gente non sa neanche chi ha vinto la gara». i Mondiali vinti da Hamilton, tre con la Mercedes e uno con la Mclaren. Lewis ha raggiunto Vettel e Prost

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Al volante Chase Carey, presidente della F1, si cala nell’abitacolo della Ferrari di Sebastian Vettel. Il manager americano ha delegato a Ross Brawn gli aspetti sportivi

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