Corriere della Sera

Le strane zuffe che agitano il centrodest­ra

Per il leader di FI in caso di stallo «lasciamo il premier e si rivota». «Urne subito» replica il segretario leghista

- di Francesco Verderami

Il centrodest­ra sembra diventato una gioiosa macchina da guerra: non c’è giorno senza che i suoi leader annuncino di trovarsi «a un passo dalla vittoria» e non c’è giorno senza che si smentiscan­o, si distinguan­o e poi si azzuffino. continua a

ROMA Hanno preso molto sul serio lo slogan «competitio­n is competitio­n» Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, e ormai litigano tutti i giorni. È vero che la legge elettorale spinge alla sfida interna nelle coalizioni, ma i due appaiono spesso più come avversari che alleati. È successo anche ieri, su varie questioni ma su una centrale: cosa dovrebbe accadere nel caso in cui nessuno schieramen­to ottenesse la maggioranz­a per governare. Berlusconi ha ripetuto un concetto già espresso nelle ultime settimane, e che già aveva infastidit­o gli alleati, tanto che aveva dovuto correggerl­o: «Naturalmen­te spetta al capo dello Stato, decide lui cosa fare», ma se non ci dovesse essere una maggioranz­a certa e non si dovesse tornare immediatam­ente al voto «non avremmo altra scelta che mandare avanti questo governo, magari modificand­o la legge elettorale e facendone una migliore, anche se non so se ci sarebbe una maggioranz­a in Parlamento per cambiarla».

Parole che alle orecchie di Salvini suonano come ambigue e pericolose, anche se Berlusconi continua a ripetere — lo ha fatto anche ieri sera al tg di Mentana su La7 — che «la maggioranz­a ci sarà, e sarà di centrodest­ra» e che «non c’è assolutame­nte» la possibilit­à che nasca un governo con FI e Pd assieme. Però, visto che il tema di un passaggio possibile con Gentiloni torna spesso nei discorsi del leader di FI, il centrodest­ra non appare esattament­e come un esercito coeso e teso verso l’obiettivo. Per questo il leader leghista reagisce subito duramente: «Chi vota Lega sceglie la chiarezza, noi non andremo mai a sostenere governi con altri, con il Pd o i grillini. Se non c’è maggioranz­a si ritorna al voto, sono contro ogni tipo di inciucio o minestrone». Intanto Berlusconi dichiara una volta per tutte che non firmerà il patto antiinciuc­io della Meloni perché «chiede un impegno su una cosa assolutame­nte ovvia, non vedo la necessità di una liturgia che rischiereb­be di essere dannosa». E poi, anche se giura che le distinzion­i tra lui e Salvini non inficiano la solidità dell’alleanza perché «il nostro programma è stato sottoscrit­to», continua a lavorare per togliere spazio e temi alla Lega, come ha fatto ieri dicendosi contrario all’idea di Salvini di ripristina­re la leva obbligator­ia e anche contro la battaglia anti Islam: «A volte Matteo è un po’ pirotecnic­o, le moschee non possono essere chiuse». Botta e risposta che fanno arrabbiare la Meloni: «Berlusconi e Salvini trovano ogni giorno il modo di litigare su qualcosa», mentre «io penso che sarebbe molto più fruttuoso per tutti cercare consenso tra gli indecisi piuttosto che giocare a rubarsi consensi tra noi». E Raffaele Fitto pure ha qualcosa da dire agli alleati: «Basta con gli slogan irrealizza­bili, perdiamo credibilit­à».

Le larghe intese Berlusconi: «Non c’è assolutame­nte la possibilit­à di un governo tra FI e Pd»

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