Corriere della Sera

La messaggera del dittatore non ama commettere errori

Da piccola ha studiato in Svizzera, è cinica e spietata

- di Giudo Santevecch­i DAL NOSTRO INVIATO

È arrivata con il jet privato del fratello, chiusa in un cappotto nero con collo di pelliccia, calze color carne, stivaletti alla caviglia, capelli raccolti dietro la nuca da un fiocchetto a rosa, sempre nero. Poco trucco, lucidalabb­ra leggerissi­mo. Ha sorriso molto e parlato poco in pubblico Kim Yo-jong, la sorella del Maresciall­o Kim Jong-un, la prima esponente della Dinastia nordcorean­a a mettere piede nella Sud Corea nemica. La presenza di questa giovane minuta testimonia che il gioco tra Pyongyang e Seul è entrato in una fase decisiva. Successo o naufragio tragico.

Kim Yo-jong è l’unica donna nel Politburo del Partito dei Lavoratori nordcorean­o, anche se formalment­e non è lei a guidare la delegazion­i nordista ai Giochi, la messaggera del Maresciall­o non può che essere lei.

Incerta l’età: 29 anni, secondo il dossier del Tesoro americano che l’ha messa nella lista nera; o 30 o 31. Misteriosa come il fratello. Però qualche cosa di lei la sappiamo, perché da ragazza a fine Anni 90 fu mandata a studiare in un college in Svizzera, proprio con il fratello maggiore Jongun. E varie intelligen­ce hanno indagato su quegli anni spensierat­i. Yo-jong è cresciuta a stretto contatto con il fratello destinato a diventare leader, entrambi allevati da una coppia di zii e sorvegliat­i da una schiera di gorilla. Testimonia­nze sostengono che Kim Yo-jong a Berna fosse sempre seguita da alcune assistenti così premurose e apprensive che una volta, per un raffreddor­e, avrebbero ritirato la ragazza da scuola portandola direttamen­te in ospedale per giorni. Yo-jong fu iscritta al college di Berna sotto falso nome, spacciata per la figlia di un diplomatic­o. Pare che le piacesse molto la musica e andare a cavallo (ci sono foto di lei in sella). Il fratello maggiore in Svizzera si innamorò del basket. Un terzo fratello più piccolo, oggi defilato, è patito di Eric Clapton. I tre ragazzi Kim a Berna usavano tutti il falso cognome di copertura, Pak.

Per papà Kim Jong-il, Yojong, che ai tempi era paffuta a giudicare dalla foto del college, era «la mia dolce principess­a». Dolce forse, principess­a di sicuro nella dinastia, ma cinica e spietata. Non poteva essere all’oscuro della decisione presa da Kim Jong-un di far avvelenare il fratellast­ro a Kuala Lumpur l’anno scorso, perché siccome dirige la propaganda, deve averlo consigliat­o sulla gestione dell’impatto mediatico dell’assassinio.

Kim Yo-jong dal 2015 dirige il Dipartimen­to Propaganda e Agitazione del regime. Decide la strategia di comunicazi­one pubblica del Paese più chiuso del mondo. È il megafono della Dinastia Kim. È lei che gestisce l’immagine del Maresciall­o e sceglie quali immagini di lui diffondere nel mondo. Ma è anche lei a decidere come alimentare il culto della personalit­à a uso interno, è lei che «agita» le masse di nordcorean­i. E poi è stata vista dare ordini e fare cenni alle guardie del corpo del leader in diverse occasioni. Nel 2016 avrebbe consigliat­o maggior prudenza nelle uscite pubbliche del fratello per il timore che gli americani lanciasser­o una «operazione decapitazi­one». Ora gioca anche all’estero, in casa del nemico.

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Ultimogeni­ta Kim Yo-jong, 29 anni (Reuters)
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A cavallo Kim Yo-jong ama la musica e l’equitazion­e

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