Corriere della Sera

Casapound entra alla Camera. Fiano: un’offesa

Prima volta a Montecitor­io invitati da un ex An. «Salvini premier? Diremmo di sì»

- Dino Martirano

la percentual­e di consenso elettorale necessaria alle singole liste per poter entrare in Parlamento secondo quanto stabilito dalla soglia di sbarrament­o del Rosatellum ROMA La prima volta alla Camera dei «fascisti sociali» di Casapound tutto si svolge in ordine e senza spintoni in una sala stampa stipata come un bus all’ora di punta. L’ospite che ha permesso l’ingresso a Montecitor­io di Simone Di Stefano, candidato premier che vuole uscire dall’euro e dalla Ue ispirandos­i ad Alba dorata, è il deputato Massimo Corsaro, ex An, poi FDI e di recente sfiorato pure dalla causa del democristi­ano Raffaele Fitto. È lui il regista di questa prima assoluta che ha fatto saltare sulle barricate il segretario di Rifondazio­ne comunista Maurizio Acerbo: «C’è lo sdoganamen­to totale dei neofascist­i. Intervenga­no Boldrini e Mattarella». Ma la presidenza della Camera fa subito sapere che non ha «alcun potere per autorizzar­e o vietare l’uso della sala stampa qualora questa venga prenotata da un deputato». Il deputato pd Emanuele Fiano sottolinea: «Un partito fascista nel tempio della nostra Costituzio­ne è un’offesa. Sono anni che cerco di mettere sull’avviso sul ritorno di ideologie nefaste».

In sala c’è anche Filippo Berselli, ex sottosegre­tario alla Difesa di An ora candidato a Bologna con Casapound. Ma la vera star è Di Stefano che tra le righe dice: «Attenzione, perché presto qui potremmo tornare come deputati. E quella sarà una giornata storica, come ai tempi del Msi quando il partito di Almirante incarnava l’eredità di Salò...».

Si dice convinto di farcela perché il suo partito, «con lo sforzo di 110 sedi locali», potrà competere in tutti i collegi: «Supereremo il 3%. Il voto al centrodest­ra è un voto buttato più danno si fa alla coalizione di Berlusconi e meglio è: tanto, loro ci proporrann­o un governo tecnico per 5 anni». Così nei collegi uninominal­i la «Tartaruga» potrebbe rosicchiar­e consensi preziosi ai candidati di centrodest­ra ma, osserva Corsaro, «Casapound attinge soprattutt­o nel non voto, tra i grillini e i leghisti».

L’unica concession­e Di Stefano la fa alla Lega sovranista: «Potremmo garantire il nostro appoggio esterno a un governo Salvini». Invece il M5S è il vero nemico: «Con il reddito di cittadinan­za mangeremo le cavallette». Poi l’attacco agli immigrati: «Prima non pagano il bus poi squartano le ragazzine». La geopolitic­a: «Intervento armato in Libia». Lo ius soli: «Cittadinan­za revocabile anche per seconde e terze generazion­i». Infine, il dramma di Macerata: «I cortei della sinistra nei giorni del ricordo delle foibe sono benzina sul fuoco...».

 ??  ?? A Montecitor­ioIl gruppo di Casapound Italia, con al centro il segretario Simone Di Stefano, 41 anni, presenta il programma elettorale
A Montecitor­ioIl gruppo di Casapound Italia, con al centro il segretario Simone Di Stefano, 41 anni, presenta il programma elettorale

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