Pirozzi indagato: mi vogliono distrutto
Per il sindaco di Amatrice, candidato nel Lazio, l’accusa di omicidio colposo per un crollo
L’accusa
● Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice colpita dal terremoto dell’agosto del 2016, è indagato per il crollo di un edificio dove morirono 7 persone. L’accusa dei pm è di omicidio e lesioni colpose
«C’è morto Pietro il barbiere, sotto quelle macerie. Tanti amici... Ma che vogliamo scherzare?». Sergio Pirozzi si tortura il pizzetto e rintuzza, indignato, l’accusa di omicidio colposo, arrivata dalla procura di Rieti. Un provvedimento che vede il sindaco di Amatrice, candidato governatore del Lazio con la sua lista civica dello Scarpone, tra gli otto indagati per il crollo della palazzina di Piazza Sagnotti 1, in cui morirono sette persone. Un immobile, danneggiato dal sisma dell’aquila del 2009, sgomberato dal precedente sindaco, dove tornarono ad abitare gli inquilini al termine di lavori di ristrutturazione e dopo 4 pareri favorevoli all’abitabilità di funzionari del genio civile (ora tutti indagati assieme al progettista e direttore dei lavori, nonché ex vicesindaco, Ivo Carloni, accusato di aver sbagliato i calcoli del progetto e della vulnerabilità sismica).
Aperto contro ignoti dopo il 24 agosto 2016, il procedimento ha visto le prime iscrizioni nel registro degli indagati tre settimane fa. E ieri è stata notificato l’avviso di chiusura delle indagini. Pirozzi viene accusato in «qualità di sindaco, responsabile della Protezione civile e titolare dell’incolumità dei cittadini» di aver «consentito o non impedito il rientro nelle proprie abitazioni».
Ma non ci sta. «È lampante che mi vogliono distruggere» accusa. Cita Gandhi: «Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci», aggiunge. E punta il dito contro il procuratore di Rieti, Giuseppe Saieva: «Noto con stupore che un magistrato che va in pensione tra poco manda questo atto a 22 giorni dalle elezioni, avrebbe potuto aspettare il 6 marzo. A me il prefetto, per il conferimento della Medaglia d’oro ad Amatrice, ha detto che il 26 gennaio non si poteva perché inquinava il periodo elettorale. Due pesi e due misure».
Immediata la replica di Saieva che parla al Tg3 e dichiara: «Pirozzi avrebbe dovuto revocare l’ordinanza di sgombero prima di far rientrare le persone a casa. Non avrebbe dovuto sostenere che l’immobile era tornato agibile «cosa che invece non era». La rabbia di Pirozzi in mattinata si era spinta più in là. E, attraverso il legale Mario Cicchetti, aveva evidenziato: «Ad altri candidati non è stato riservato lo stesso trattamento». Allusione agli 8 procedimenti pendenti sull’ex sindaco di Rieti, Simone Petrangeli, candidato con Nicola Zingaretti. E ancora:«pur avendo anticipato da mesi alla stampa l’intenzione di presentare richiesta di archiviazione nei miei confronti sul crollo della scuola Capranica, la procura non ha avuto la stessa prontezza».
Nel pomeriggio maggiore cautela: «Sono colpevole solo di aver subito la distruzione della mia comunità. Ma, dico ai miei figli, sono orgoglioso: per aver dato la notizia che il mio paese non c’era più, aver fatto chiudere il metanodotto e aprire l’invaso del lago. Ho salvato tante vite». Poi la solidarietà ai sindaci: «Siamo sotto attacco, spiegate ai vostri figli cosa vi può accadere». Ricambiata dal presidente Anci, Antonio Decaro: «Siamo stufi di essere bersaglio».
La polemica
La reazione del primo cittadino: c’erano amici sotto quelle macerie, vogliamo scherzare?