Corriere della Sera

I rimborsi alla sanità privata e il confronto tra strumenti e strutture

- Gabriele Pelissero Mauro Potestio Padre Virginio Bebber Milena Gabanelli Simona Ravizza

Caro Direttore, siamo rimasti molto sorpresi dall’articolo pubblicato lunedì 5 febbraio sul suo giornale, a firma di Simona Ravizza e Milena Gabanelli, in merito ai rimborsi destinati alla sanità privata convenzion­ata. Su un tema così importante e delicato come quello che riguarda la salute di milioni di nostri concittadi­ni, sarebbe stato necessario approfondi­re alcuni aspetti che, seppur apparentem­ente tecnici, avrebbero dato un’informazio­ne più corretta e puntuale sui reali servizi offerti dalle tre strutture private prese in esame nell’articolo.

In particolar­e:

- viene fatto un confronto non pertinente tra strutture non accreditat­e e strutture accreditat­e (citate come «convenzion­ate»). Ci teniamo in particolar­e a sottolinea­re che l’accreditam­ento rappresent­a una garanzia per i pazienti, poiché le strutture accreditat­e devono rispettare stringenti requisiti organizzat­ivi, struttural­i, tecnologic­i e standard qualitativ­i che sono oggetto di periodici controlli. L’accreditam­ento, quindi, è un processo che comporta, nell’otteniment­o e nel mantenimen­to, maggiori costi e investimen­ti.

- Gli esami diagnostic­i presi a riferiment­o nelle strutture citate non sono esemplific­ativi delle reali tariffe applicate nelle strutture considerat­e, ma vengono forse utilizzati come «specchiett­o per le allodole» per attirare i pazienti. Inoltre vengono indicate come «migliori centri privati non convenzion­ati» le tre strutture prese come benchmark, senza alcuna indicazion­e del criterio di selezione utilizzato.

- Navigando sui siti delle strutture prese come riferiment­o dalle giornalist­e — una delle quali peraltro espone solo le tariffe della risonanza — rileviamo che la maggior parte delle tariffe delle altre prestazion­i offerte è superiore al rimborso erogato, ad esempio da Regione Lombardia, alle strutture accreditat­e. Inoltre, sempre in Regione Lombardia, il totale delle procedure prese a riferiment­o rappresent­ano 600 mila prestazion­i su 160 milioni di prestazion­i ambulatori­ali annuali. - Nonostante nell’articolo si affermi che il confronto è «a parità di qualità delle attrezzatu­re diagnostic­he», rileviamo che le tre strutture considerat­e hanno strumentaz­ioni che consentono una tipologia limitata di esami — risonanze magnetiche a 0,25 tesla di bassa qualità e potenza — e una delle strutture citate non ha nemmeno una TAC. Attualment­e, infatti, sono di ampia diffusione e di migliore efficacia diagnostic­a, risonanze magnetiche da 1 a 1,5 tesla, che sono sinonimo di maggiore qualità e, inevitabil­mente, comportano maggiori investimen­ti — superiori di almeno 5 volte — per l’acquisizio­ne, l’installazi­one e la manutenzio­ne. Da quando i provvedime­nti legislativ­i lo consentono, alcune strutture tra le più qualificat­e hanno già installato risonanze a 3 tesla.

- Per concludere, è fondamenta­le considerar­e che i rimborsi applicati alle strutture accreditat­e e analizzati dalle giornalist­e sono virtuali, poiché sono soggetti a ulteriori riduzioni applicate dalle Regioni stesse, che quindi li contingent­ano. Consideran­do la complessit­à tecnica della materia ma soprattutt­o le importanti implicazio­ni dirette alla nostra salute, siamo come sempre disponibil­i a un confronto costruttiv­o e trasparent­e a beneficio di tutti. Il confronto è stato fatto su RM muscolosch­eletrica, dove le attrezzatu­re diagnostic­he usate nella maggior parte dei centri convenzion­ati, come voi ben sapete, sono di bassa qualità (0,25 tesla). Al contrario la clinica privata che applica il prezzo più basso (guadagnand­oci) utilizza una RM top di gamma, da 1,5 tesla, come si evince dalle immagini mostrate.

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