Corriere della Sera

Nell’attico del ‘400

Silvana Coveri, sorella dello stilista: «Enrico volle questa dimora come un palcosceni­co. Io ho solo aumentato la carica artistica con colore ed energia»

- Beba Marsano

guardaroba rosa shocking, giallo canarino, viola elettrico, che compera quadri per istinto. E per felice casualità. «Bob Yan, pittore cinese emergente, l’ho scoperto a Hong Kong sfrecciand­o sul taxi che mi riportava in albergo; in una vetrina vidi una piccola testa di cane, il giorno dopo ho fatto la strada a ritroso e l’ho presa». L’artista più amato? Il brasiliano Romero Britto, stella internazio­nale del neo-pop, corteggiat­o da Hollywood e dal clan Kennedy. «Ero a Miami. Entrai in una galleria, sulla Lincoln, dalle pareti tutte bianche e mi imbattei in un tipo bizzarro vestito sgargiante che inquadrano storie pop dal sapore glamour.

«Questa casa è un contenitor­e di opere e oggetti». E per ogni oggetto una storia. Le lampade d’antiquaria­to? «Scelte a New York nei giri di shopping insieme a Marta Marzotto». I vetri Gallè sulla consolle neoclassic­a? «Roba di Enrico; era la collezione della moglie di un grande capitano d’industria italiano». Il grosso pesce dorato nell’angolo? «Un regalo per mio fratello preso a Parigi, allusivo al suo segno zodiacale; lui non mangiava pesce, come non lo mangio io; questo è l’unico che sia mai entrato in casa nostra». Ricordi privati e reliquie profane. La più singolare in biblioteca, sotto plexiglas: un candido piatto dello storico El Toulà di Milano incrostato da frammenti di banconote. «Souvenir di una cena memorabile con Andy Warhol che, a un certo punto, prese un biglietto da 20 dollari, lo fece a pezzi, li appiccicò su quel piatto e lo dedicò a Enrico. C’era anche Basquiat, che da un’altra parte lasciò la corona, sua icona. Eccola qui». Un’amicizia complice quella tra lo stilista e il padre della pop art, che gli fece quattro ritratti e disegnò il logo della griffe (45 anni quest’anno). «Lo ha pure ricordato nei suoi Diari, unico italiano insieme a Franco Zeffirelli», aggiunge Silvana, vestale della memoria. Già, lei ed Enrico: due vite saldamente intrecciat­e. Fino a farne in questa casa una sola. A tinte forti Sopra, Silvana Coveri nel suo studio. Nella foto grande a sinistra, una scultura di Romero Britto nella zona conversazi­one; a sinistra, un piatto dello storico ristorante El Toulà di Milano decorato da Andy Warhol con frammenti di banconote e, a destra, un tavolino del salone con numerose foto di Enrico Coveri

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Un angolo del salone con una tela di Renato Guttuso e, sopra la porta, un’opera di Romero Britto. Il salone, nel palazzo Medici Soderini sul lungarno a Firenze, con colonnato in radica e angolo conversazi­one sopraeleva­to si...
Tra ricordi e pop art Un angolo del salone con una tela di Renato Guttuso e, sopra la porta, un’opera di Romero Britto. Il salone, nel palazzo Medici Soderini sul lungarno a Firenze, con colonnato in radica e angolo conversazi­one sopraeleva­to si...

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