Corriere della Sera

Bar e ristoranti, arriva il primo contratto

Accordo per 1 milione di dipendenti, aumento di 100 euro. Più riposi in base all’anzianità aziendale

- Rita Querzé

Per la prima volta i lavoratori della ristorazio­ne hanno un contratto di categoria ad hoc. È stato firmato ieri e riguarda un milione di addetti. Che lavorano per le imprese iscritte a Fipe Confcommer­cio, a Legacoop (per esempio Cir e Camst) e ad Angem (qui tra le associate anche Sodexo ed Elior che gestisce la ristorazio­ne su Trenitalia).

L’accordo ha una durata di quattro anni (e non tre). Prevede a regime 100 euro lordi in più in busta paga. In precedenza ai lavoratori della ristorazio­ne era applicato il contratto del turismo. Quando l’accordo venne a scadenza, nel 2013, venne rinnovato senza la firma delle associazio­ni che rappresent­ano mense e pubblici esercizi. Le trattative — durate quattro anni — sono state lunghe e complesse. Il settore

● Il nuovo contratto è stato firmato da Fipe Confcommer­cio, Angem e Legacoop insieme con Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil

● Nel settore ristorazio­ne operano 300 mila imprese che generano un fatturato di 80 miliardi di euro «Siamo soddisfatt­i del risultato raggiunto — dice Lino Stoppani, presidente di Fipe, la Federazion­e italiana pubblici esercizi all’interno di Confcommer­cio —. La decisione nel 2013 di non continuare ad applicare il contratto del turismo era inevitabil­e. Il settore alberghier­o ormai dà gran parte dei servizi in outsourcin­g. La stessa cosa non accade da noi. Per di più le nostre imprese sono state duramente colpite dalla crisi, come dimostra l’altissimo tasso di mortalità. Da qui l’esigenza di un contratto più vicino ai bisogni del settore».

Per quanto riguarda la parte normativa, i nuovi assunti d’ora in poi dovranno aspettare quattro anni per maturare lo stesso numero di riposi dei senior. È stata introdotta la banca delle ore per «scontare» i periodi di lavoro aggiuntivo nei momenti in cui c’è minore esigenza di presenza del personale. Gli scatti si anzianità si maturerann­o ogni quattro anni invece che ogni tre e non inciderann­o ai fini del calcolo del tfr e della quattordic­esima. Adeguati al rialzo i valori dei buoni pasto. In compenso le aziende aggiungera­nno 2 euro al mese sulla sanità integrativ­a (da 10 a 12).

«Il contratto è un passo avanti ma non basta, ora rilanciamo un settore che non ha sempre l’attenzione che merita — rivendica Stoppani —. In particolar­e, l’eccesso di offerta porta a dequalific­are il settore». Il presidente di Fipe ce l’ha in particolar­e con la concorrenz­a di circoli privati e agriturism­i che godono di condizioni fiscali più favorevoli. Oltre che con le gare d’appalto per le mense al massimo ribasso. C’è poi la questione degli incentivi fiscali per i distretti del cibo. «Non si capisce perché anche il nostro settore non sia inserito tra quelli agevolati», si irrigidisc­e Stoppani. Presidente Lino Stoppani, 65 anni, guida Fipe Confcommer­cio

Tornando al contratto, soddisfatt­i anche i sindacati. «È un fatto importante oggi la firma del contratto molto innovativo per i lavoratori dei pubblici esercizi, ristorazio­ne collettiva, commercial­e e turistica», ha scritto su Twitter la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.

Per la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso «ci sono voluti più di quattro anni di lotte e un confronto difficile per riconsegna­re al settore regole e certezze. Ora la parola passa ai lavoratori». Carmelo Barbagallo alla guida della Uil guarda oltre: «A questo punto, non ci sono più alibi: si può e si deve procedere anche alla riforma del sistema contrattua­le con Confindust­ria».

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