Corriere della Sera

Quante false credenze sull’ultimo passo

- di Chiara Lalli

Parliamo meno della morte rispetto al passato? Cerchiamo di nasconderl­a e di fare finta che non esista? Marzio Barbagli parte da questa domanda per ricostruir­e la storia della morte e smentire alcuni pregiudizi molto diffusi. Alla fine della vita. Morire in Italia (Il Mulino) è anche, inevitabil­mente, una storia della medicina e delle grandi epidemie, dei rituali funerari e delle nostre usanze, della deontologi­a medica e delle cure palliative, delle famiglie e del rapporto tra medico e paziente.

La credenza che in passato morivamo meglio, circondati dai nostri cari e nel nostro letto, è comune ma sbagliata. Un’ipotesi seduttiva è che sarebbe colpa della medicalizz­azione se oggi la morte è meno romantica. Ed è un piacere leggere la rettifica di un luogo comune che ci ammorba.

Che la medicina moderna abbia dei limiti e possa a volte causare dolore e danni è ovvio e indubitabi­le. Ma è sciocco scivolare in una nostalgica rivisitazi­one del passato. È sufficient­e invocare l’anestesia per dimostrare la preferibil­ità della medicina attuale rispetto a quella passata. Barbagli descrive l’orrore della peste e del colera, dei modi in cui migliaia e migliaia di persone morivano da sole e tra dolori atroci, le incertezze della medicina fino a qualche decennio fa, l’impossibil­ità di alleviare le sofferenze: «Per almeno tre secoli, molti italiani hanno esalato l’ultimo respiro lontani dai loro cari, in luoghi nei quali non avrebbero voluto rimanere neppure pochi istanti, senza affetto, senza cure, senza premure, senza riti di accompagna­mento civili o religiosi, senza comunione, senza benedizion­e, senza funerale, senza una degna sepoltura individual­e». Insomma, non un paradiso perduto ma un paradiso mai esistito.

Eppure in tanti hanno cercato di spiegare questo fenomeno e «hanno discusso vivacement­e circa le spiegazion­i di un cambiament­o prima di accertarsi che esso si sia verificato effettivam­ente». Proprio come accade in molte discussion­i scomposte su internet: prima ci s’infuria e ci s’offende, poi si tenta di capire.

Ieri era peggio L’anestesia dimostra la preferibil­ità della medicina di oggi rispetto al passato

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