Girone, il più cattivo in tv: vi racconto la mia Africa
«Nato e cresciuto ad Asmara, interpreto un criminale razzista»
Raskolnikov, che c’è nel romanzo. E diventava una persona al di sopra della morale comune. Tano arrivò da lì».
Censure in quella fiction le aveste?
«Talvolta andava in onda sotto elezioni e ci furono cambiamenti in corso. Un deputato losco divenne nel doppiaggio ex deputato. Poi quel pazzo di Luigi Perelli, il regista, volle girare l’incontro a Roma tra un mafioso e un politico nel palazzo in cui aveva lo studio Giulio Andreotti. Il capo della Commissione di vigilanza insorse. Gianpaolo Cresci, uomo Dc in Rai, ci rassicurò: tanto non conta nulla, non vi preoccupate. Avevo un’idea dell’ilarità di Andreotti e a Cresci dissi che secondo me non s’era arrabbiato. Invece era furibondo».
Nella Piovra meglio Michele Placido o il suo successore Vittorio Mezzogiorno?
«Non giudico i colleghi, erano molto diversi e bravi tutti e due. Michele improvvisava di più, Vittorio aveva una formazione teatrale. Il giudice interpretato da Patricia Millardet? Grande talento, mi spiace che non si senta più parlare di lei».
Un buono l’ha fatto mai?
d Ho vissuto i miei primi 23 anni in Eritrea I miei genitori si conobbero lì, quando il fascismo dava la terra ai coloni