Pole, il cardinale sconfitto dall’arroganza
Arriva dall’hermitage di San Pietroburgo il quadro che rivela il volto di uno dei più discussi protagonisti della Controriforma: Reginald Pole, ritratto probabilmente da Perin del Vaga. Il cardinale inglese faceva parte del circolo degli Spirituali, ecclesiastici e laici che, senza volersi separare dalla Chiesa di Roma, auspicavano un suo profondo rinnovamento morale sull’onda della Riforma di Lutero. Fra loro c’erano anche i cardinali Morone e Gonzaga, la nobildonna Vittoria Colonna e Michelangelo Buonarroti. Su incarico di Paolo III, Reginald Pole tracciò le linee di una riforma cattolica nel «Consilium de emendanda Ecclesia». Ma dopo l’elezione nel 1555 al soglio pontificio del prefetto dell’inquisizione Giovanni Pietro Carafa con il nome di Paolo IV, Pole, sospettato di eresia e temendo il rogo, non fece più ritorno dall’inghilterra. L’elezione rappresentò il crollo delle speranze di ricondurre i cattolici all’unità dopo lo scisma. La Chiesa rovinava indietro verso l’arroganza politica, il nepotismo, il commercio delle indulgenze, i sospetti, i roghi. Si narra che alla notizia dell’elezione, preso dallo sconforto, Michelangelo afferrò il martello e lo scagliò contro il Cristo della Pietà Bandini cui stava lavorando, gridandogli: «Perché non parli»? Non solo: il volto di Nicodemo che nella stessa Pietà sorregge il corpo di Gesù potrebbe essere un autoritratto. Infatti, come Nicodemo che non ebbe il coraggio di vivere apertamente la fede, ma fu poi presente alla sepoltura di Cristo, anche Michelangelo si sentiva in colpa per essere il più illustre servitore della gloria della Chiesa pur detestando tutti i papi per cui lavorò. (fr. bon.)