Ecco perché l’amore (non) funziona D Gli amori liquidi servono per sconfiggere la solitudine, per sentirsi desiderati, per attenuare l’ansia Il problema nasce quando lo si crede amore e poi si rimane delusi
La paura di soffrire e di perdere il controllo, la «noia di coppia», le relazioni «liquide», i tradimenti scoperti via smartphone. Partendo dai vostri racconti di Amori Moderni, i consigli per navigare nel mare agitato dei sentimenti La riscoperta del se
P aura. Se c’è un virus che infetta le relazioni — impedendo possibili e a volte inaspettate sbocciature, amputando loro le ali per metterle al guinzaglio, con l’illusione di poterle portarle dove vogliamo — è la paura. «Come si supera la paura d’amare?», si chiede Marco, 30 anni, che ha scritto un racconto per dire di questa sua incapacità a lasciarsi andare, a rischiare, perché chi investe in una relazione è aperto anche all’ipotesi di un fallimento e Marco di fallire ancora non ne voleva proprio sapere. La sua storia, pubblicata nella rubrica Amori Moderni — che ogni sabato, da tre anni, propone ai lettori di Corriere.it e a quelli del
Corriere i racconti di chi decide di condividere il proprio vissuto — riassume bene e fa esplodere una difficoltà che serpeggia in tanti scritti. Marina Valcarenghi, psicoanalista e scrittrice, torna a Marco e al suo «come si supera la paura d’amare?», prova a rispondere a questa e alle altre domande che, con insistenza, sono emerse dai racconti, segno che è lì che dobbiamo cercare per provare a sciogliere i nodi che 1 ci schiacciano a terra.
Immobilizzati dalla paura
«Se l’amore è l’accettazione dell’altro per quello che è, e non la pretesa di trasformarlo a nostra misura, se è un incontro di corpi, di anime e di affinità complesse e non solo un provvisorio appagamento fisico o mentale, o un rimedio ansiolitico, o un’abitudine consolidata, allora in questo tempo di amore se ne vede molto poco in giro — riflette Valcarenghi —. Di fronte alla sua comparsa, la paura è quella di non essere in grado di controllarlo ed è una paura che ha le sue ragioni, perché l’amore non è controllabile e chiede di lasciarsi andare. Ma l’ansia di controllo investe ormai tutti gli aspetti della vita. Spesso si fa fatica anche a riconoscerne l’esistenza: è amore? O amicizia? È solo attrazione fisica? O l’abitudine a essere in due? È un desiderio nevrotico di salvare l’altro o di esserne salvato? C’è un disagio spaventato, diffuso e trasversale alle classi, ai generi e alle generazioni, che induce a parlarne anche troppo, ma a manovrarlo con prudenza. Viviamo anni confusi e veloci, le esperienze scivolano via, poche cose sembrano solide e definibili e anche l’amore si trova in mezzo a questa confusione, qualche volta immaginato quando non c’è, qualche volta negato o frainteso quando c’è. Si ha paura di rischiare e di soffrire e, quindi, lo si vive spesso 2 con il freno a mano tirato».
L’esibizione dell’essere in due
«Con i social, l’amore diventa esibizione dal momento che aggiorniamo lo stato da single a “in una relazione”», scrive Elettra, raccontando quanto fastidio le dia tutto il daffare delle
amiche foto due, su quasi e Instagram degli che, amici fuori o per Facebook da radiografare quella — dimensione, lo — stare con in le non ci fosse vita. «Ho una radicata ostilità per gli stereotipi culturali e “la coppia” è uno di questi con la fantasia nevrotica di fusionalità che la parola stessa contiene — dice Valcarenghi —. Un po’ come quando del marito o della moglie si dice “la mia metà”. Gli esseri umani vivono delle relazioni, e ognuno è solo di fronte a qualunque genere di rapporto. In certi racconti mi sembra di avvertire l’ansia fusionale di chi da solo non sa diventare adulto». Uomini e donne nuovi
Quali cambiamenti nel rapporto fra uomini e donne non sono ancora stati metabolizzati, mandando in crisi l’incontro? Perché in amore tutto è cambiato e farci i conti costa fatica. «Fidati di me, una volta in vita tua!», grida Maria Pia in faccia al suo ragazzo. «È la prima volta nella storia che una donna e un uomo possono incontrarsi alla pari. Non era mai successo prima ed è cominciato con il movimento del ’68, appena 50 anni fa contro i millenni precedenti. Come è possibile pensare che non ci siano difficoltà e turbolenze nelle relazioni? Credo quindi che il nucleo del problema sia in questa prima volta e che il disagio e il disorientamento che crea provochi diverse conseguenze — risponde la psicoanalista —. Gli uomini si sentono invasi in un mondo che fino a ieri era loro riservato, non riconoscono più nelle loro coetanee l’immagine femminile tradizionale, si sentono deboli, si chiudono, qualche volta diventano violenti perché hanno paura di queste nuove donne. Le donne entrano in un mondo che non è stato pensato e costruito da loro e dove si muovono ancora in modo maldestro e sono quindi insicure, spesso reattive, nervose, insofferenti, o si abbandonano al vittimismo persecutorio, o diventano violente. Qualche volta sembra che pretendano gli arretrati della loro oppressione storica. Gli uomini fanno fatica a riconoscere le difficoltà delle donne a rivoluzionare la propria vita in poche decine di anni e le donne fanno fatica a capire che la loro liberazione impone ai maschi una trasformazione interiore. Non si cambia però diventando uomini “dolci e miti”, che “odiano il patriarcato”, si cambia amando le donne in un altro modo. Non si cambia nemmeno diventando donne “amazzoni” furibonde con il mondo maschile, si cambia amando gli uomini in un altro modo. Avremmo tanto bisogno di mutuo aiuto e comprensione per le inevitabili difficoltà di questa “prima volta”. Ci vorrà ancora tempo perché una nuova musica — suonata finalmente a 4 mani — trovi la sua armonia». La trappola della stanchezza abbiamo dobbiamo «Ti aspetti chiedono già accontentarci dato ancora tutto Lucia qualcosa quello al di una marito, che da vita me, potevamo senza Erika oppure sogni?», all’amante. e L’alternativa è buttare tutto all’aria. «In una coppia la stanchezza è inevitabile quando diventa un sistema di vita soffocante: sempre insieme, al cinema, a cena, in vacanza, alcuni lavorano anche insieme, e si frequentano fra di loro, a coppie. Che una passione si esaurisca nel tempo è cosa nota, che arrivino momenti di stanchezza anche, ed è normale, ma solo una relazione in cui ognuno non si senta obbligato a condividere, a riferire e a confidare tutto, in cui ognuno si ritagli una sua vita può conservare vivacità, interesse e voglia di ritrovarsi per stare insieme. Allora la relazione rimane un punto di forza che può durare qualche volta tutta la vita».
Liquidi come l’amore
«Gli amori liquidi non piacciono a nessuno, eppure ci ricadiamo di continuo», scrive Raffaella raccontando di relazioni in cui l’altro è imprendibile «mentre noi siamo fatti per le certezze, per avere due braccia sicure su cui cadere quando il resto del mondo ci spinge». Amori liquidi: che amori sono? «Come li ha descritti Bauman, non sono amori, ma merci come tutte le altre che si comprano, si vendono e vanno in saldo. Svolgono la funzione di surrogati, di cure palliative del sentimento. Servono per sconfiggere la solitudine, per sentirsi desiderati, per essere una “coppia” come tutti gli altri, per attenuare l’ansia e per altro ancora. Niente di male, naturalmente, il problema è quando lo si crede amore e poi si rimane delusi. Gli amori liquidi scivolano via e l’ansia rimane. Perché l’ansia, l’insicurezza, la paura di vivere non si risolvono in un rapporto ma in un processo trasformativo che non può che svolgersi nella vita interiore di ognuno. E anche perché l’amore arriva quando vuole lui, non quando vogliamo noi».
Lo smartphone dei tradimenti
Le coppie scoppiano per i tradimenti scoperti guardando il telefonino del partner. Si ha la sensazione che qualcosa non va e si cercano «le prove». Tante, tantissime storie sono finite così. «Nella vita siamo spesso chiamati a portare
prove, ma riguardano noi, il nostro comportamento, non quello degli altri — riflette Valcarenghi —. Questo genere di controllo clandestino, col sotterfugio, approfittando della situazione favorevole, mi sembra moralmente impresentabile, una vera vergogna. Il fatto che sia estremamente diffuso non toglie nulla a quella forma di vile prepotenza. E poi di che cosa stiamo parlando? Non certo di amore. Che razza di rapporto di amore è quello che prevede un controllo poliziesco? Anche il matrimonio non è un’assicurazione-casco, che attribuisce il diritto alla fedeltà eterna e al suo controllo, è una relazione stabile e progettuale ma può attraversare delle crisi e sbandare. E per finire, quando hai trovato la prova del tradimento sul cellulare, che cosa ne ricavi? Chi vuole troverà il modo di tradire ancora, anche di più. Un uomo, una donna non sono una proprietà privata, come un’auto o un orologio, e l’interesse per un’altra persona appartiene al rischio nel gioco d’amore. Si può soffrire, certo, la gelosia esiste, ma chi l’ha detto che in amore non si soffre?».
La riscoperta del sesso
«A cinquant’anni ho trovato l’altra metà del mio corpo», scrive Anna Maria, raccontando una storia di riscoperta (che in molti casi è una scoperta) del sesso nell’età matura: e questo, spesso, manda in crisi la vita precedente. «Dobbiamo arrenderci all’evidenza: c’è ancora gente che crede che il sesso per le donne finisca con la menopausa e per gli uomini con l’andropausa, ma almeno i maschi si comprano il viagra. E invece il sesso non ha età e non scade come uno yogurth. Come tutto il resto, dipende da persona a persona. Ma certo si tratta di un istinto molto potente e quando se ne scopre o se ne riscopre la bellezza in età matura o nella vecchiaia possono verificarsi dei problemi, che però possono presentarsi anche in gioventù. E poi: perché pensare che la sessualità nell’età matura e nella vecchiaia debba per forza essere distruttiva del passato? Ci sono persone che stanno insieme da 50 anni e fanno ancora l’amore con entusiasmo e allegria, ci sono i single, i divorziati, i vedovi –— maschi e femmine — che a qualunque età, senza distruggere niente e nessuno, possono riscoprire un amore passionale o semplicemente il piacere di un’avventura».