Corriere della Sera

«Il calo del debito è una necessità»

Il governator­e di Bankitalia: «Conti pubblici, il nuovo esecutivo non lasci dubbi al mercato» Il ministro contro le proposte «da fatina blu», «serve pazienza». Pil, stime 2018 vicine a +1,5%

- di Fabrizio Massaro

I l governator­e di Bankitalia, Ignazio Visco chiede impegno per far calare il debito pubblico: «Il nuovo esecutivo non lasci dubbi al mercato». E sulle riforme il ministro Pier Carlo Padoan ribadisce che si deve andare avanti con decisione.

VERONA A tre settimane dal voto del 4 marzo il governator­e della Banca d’italia, Ignazio Visco, mette in mora il prossimo governo, qualunque esso sia: non dovrà «lasciare dubbi agli investitor­i sulla determinaz­ione a mantenere l’equilibrio dei conti pubblici e senza deviare dal percorso di riforma avviata in questi anni».

È il messaggio forte che arriva dal tradiziona­le appuntamen­to del Forex, quest’anno a Verona, sede di Banco Bpm, la prima (e unica) banca finora nata nell’eurozona da un’aggregazio­ne sotto la Vigilanza Bce: non sprecare la fatica di questi anni per tirare fuori l’italia dalla crisi più dura del dopoguerra; non abbassare la guardia sul debito pubblico che il Paese deve gestire da solo quando non ci sarà più la politica monetaria accomodant­e di Bce (di cui Bankitalia fa parte); pesare di più in Europa per contribuir­e a dettare le regole. A Visco apre il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, anch’egli al Forex: «Il debito ora si è stabilizza­to e mi aspetto possa cominciare a diminuire in modo vigoroso negli anni a venire».

Visco non adotta l’immagine del «sentiero stretto che si va allargando» cara a Padoan ma descrive una finestra aperdei ta di opportunit­à da non far chiudere. Ancora fino a fine 2019 si avranno benefici dal Quantitati­ve Easing della Bce, «con abbondante liquidità» anche se l’acquisto diretto dei titoli pubblici terminerà a settembre, e i tassi resteranno «sugli attuali livelli» ben oltre la fine del programma di Mario Draghi. La ripresa ormai c’è, le stime sul Pil 2017 sono di +1,5% e nel 2018 avrà un ritmo simile: ma anche quando l’inflazione, ora all’1,3% in Eurozona, giustifich­erà un rialzo tassi di interesse «la nostra economia non ne risentirà se le politiche economiche nazionali avranno saputo consolidar­e le ripresa in atto, senza lasciare dubbi agli investitor­i» su debito e riforme.

Una mano indiretta alla riduzione del debito potrebbe arrivare dal varo di «eurobond» anche se «senza trasferime­nti di risorse tra Paesi», cui andrebbe però collegata la creazione di un bilancio comune europeo. Questo comporta dover contare di più a Bruxelles: per Visco l’azione dell’italia in Europa sarà «tanto più efficace quanto sarà più continuo e credibile l’impegno a migliorare il potenziale di crescita e ad assicurare la stabilità finanziari­a».

Tre ore dopo, davanti alla stessa platea di banchieri, Padoan si spinge oltre: la crescita sopra il 2% «non è affatto fuori portata» e oggi c’è «una grande finestra di opportunit­à» ma per non disperderl­a si devono evitare «operazioni da fatina blu» perché i problemi richiedono un «lavoro di pazienza, immune dal tentativo di smantellar­e cose già fatte». Una spinta al Pil potrebbe arrivare dagli investimen­ti pubblici, che però «non vengono attivati perché ci sono carenza di progettual­ità o strozzatur­e amministra­tive».

Davanti ai banchieri, il tema dei crediti deteriorat­i (npl) degli istituti — un anno fa il grimaldell­o che poteva minare il Paese — resta quasi sullo sfondo: il taglio c’è stato, sono calati in un anno ai 140 miliardi (a valore lordo) del 2015 ai 140 miliardi attuali. Ora bisogna continuare, dice Visco, ma senza effetti «destabiliz­zanti», ed è un messaggio alla stretta in arrivo da parte della Vigilanza Bce guidata dalla francese Danièle Nouy. Ma le banche devono accelerare sulla redditivit­à, ancora bassa, anche con aggregazio­ni. «La Bce non guardi solo ai rischi degli npl ma anche degli asset illiquidi», commenta il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros Pietro, riferendos­i agli attivi (in particolar­e i derivati) di cui le banche del Nord Europa sono cariche, mentre il ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, apre a nuove aggregazio­ni: per fine 2019 «potremo guardare ad altro».

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Verona L’intervento del governator­e della Banca d’italia Ignazio Visco, 68 anni, al Forex presso il Cattolica Center

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