Corriere della Sera

M5S, è ansia scontrini Ecco chi corre a versare: 130 mila euro in 10 giorni

Venerdì bonifici di Di Maio. Ora si cambierà metodo

- di Emanuele Buzzi e Cesare Zapperi

La polemica per le rendiconta­zioni, gli «sprinter» dei bonifici e una svolta in arrivo. Addio agli scontrini: forse dalla prossima legislatur­a nel Movimento cambierann­o le norme per le restituzio­ni. I Cinque Stelle stanno pensando a una revisione a tutto tondo: modi, tempi, metodi. «Una discussion­e aperta da tempo in assemblea», spiegano nel Movimento, ma di sicuro il processo è stato accelerato dal servizio tv delle Iene che ha portato di fatto alla richiesta di sospension­e o espulsione nei confronti di Carlo Martelli e Andrea Cecconi.

Sul tavolo dei vertici sta prendendo quota una proposta che al momento ha grandi chance di trasformar­si in qualcosa di più concreto. L’idea di base è rendere più snello ed efficiente — anche nelle verifiche — il sistema. Ecco allora un doppio binario. Anzitutto, iter più veloce e tempi più ridotti per le restituzio­ni (ad oggi metà del gruppo parlamenta­re non ha rendiconta­to le spese di dicembre e un sesto deve ancora affrontare il mese di ottobre). Poi, niente più microcredi­to («si autoalimen­ta da sé ormai», dicono i pentastell­ati). Si sta cercando la formula per avere un «conto trasparent­e». Ma la rivoluzion­e più significat­iva ha a che fare indennità e diaria. Il mantra è semplifica­re calcoli, bonifici e controlli. C’è chi ha proposto un taglio ulteriore di 250 euro mensile per parlamenta­re allo stipendio. La soluzione, però, potrebbe essere un’altra: trasformar­e la quota eccedente da «restituire» della diaria da variabile a fissa (usando come parametro una media sul gruppo parlamenta­re negli ultimi anni). La svolta sulle rendiconta­zioni, però dovrebbe necessitar­e di un passaggio, una ratifica, in Rete in quanto non prevista dall’articolo tre del nuovo statuto.

Intanto a tenere banco sono ancora le restituzio­ni attuali. Vi sono incongruen­ze tra le cifre dichiarate dal Movimento e quelle fornite dal fondo per il microcredi­to gestito ministero. «Mancano circa 200.000 euro (ossia poco meno dell’1%) rispetto a quanto dichiarato sul nostro sito tirendicon­to.it», scrivono i pentastell­ati sul blog. Ma — spiega Di Maio — «dai calcoli del Mef non ci sono ancora, e questo è sicuro, i bonifici di febbraio, cioè dell’ultimo mese di restituzio­ne». I Cinque Stelle argomentan­o il ritardo con il fatto che prima di arrivare al fondo, il denaro fa un «passaggio intermedio». Facendo dei calcoli si evince che i pentastell­ati che hanno versato denaro a partire dalla data del 31 gennaio (in concomitan­za quasi con gli sviluppi del servizio tv) sono una trentina circa, la somma versata oscilla intorno ai 130mila euro. E tra gli ultimi Cinque Stelle a versare ci sono anche volti noti, a partire da Di Maio, che venerdì ha eseguito i bonifici per i mesi da ottobre a dicembre. «Siamo ancora fermi a settembre — dicono i pentastell­ati — . Chi ha regolarizz­ato gli ultimi mesi del 2017 è in anticipo».

La polemica sulle cifre del fondo(e sull’eventuale ammanco) — oltre alla messa in onda del servizio tv delle Iene — scatena però il dibattito politico. I Cinque Stelle ringrazian­o la trasmissio­ne («sarà uno spot al Movimento») e lanciano «un appello a tutte le sanguisugh­e dei partiti» a versare «145.000 euro a testa (che è il versamento medio di un portavoce M5S)» al fondo per il microcredi­to. A mettere in dubbio i numeri e le rendiconta­zioni pentastell­ate interviene anche Riccardo Nuti. «Nonostante siamo stati costretti a passare al misto — scrive su Facebook — abbiamo regolarmen­te rendiconta­to le spese e restituito le eccedenze al fondo per il microcredi­to come sempre fatto da inizio mandato. In particolar­e si tratta di quasi 20.000 euro a partire da gennaio 2017». E conclude: «Pertanto la differenza fra le rendiconta­zioni pubblicate dal gruppo parlamenta­re e quanto effettivam­ente bonificato non è di 226.000 ma di 245.000 euro». I dem — da Alessia Morani a Matteo Richetti — insorgono. Il forzista Maurizio Gasparri parla di «scandalo, la tomba politica dei Cinque Stelle». E in serata Matteo Renzi auspica la messa in onda del servizio tv sulle rendiconta­zioni: «Sta accadendo una cosa assurda: una trasmissio­ne, le Iene, che non va in onda su pressione di chi non si sa».

Renzi e le Iene

«È assurdo che non venga messo in onda il servizio su pressione di chi non si sa»

La svolta

Addio rendiconta­zione, si va verso il versamento di una quota fissa della diaria

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