Lazio, Zingaretti in vantaggio Il centrodestra paga le divisioni
Il governatore uscente al 33%, resta in partita Lombardi con il 29%
e lista, ciò che consente a Pirozzi di raddoppiare il proprio voto rispetto alle liste.
Gli orientamenti di voto dei laziali alle politiche fanno registrare, rispetto al 2013, una sostanziale stabilità del centrosinistra che si attesta al 26,7% (con il PD in netto calo, compensato dalla presenza degli alleati), il M5S in crescita (dal 28% al 32,9%) come pure il centrodestra (dal 28% al 32,5%).
L’esito del voto appare influenzato da tre elementi: i giudizi sull’operato del presidente Zingaretti e della sua giunta, il sentiment dei cittadini riguardo all’economia e alle prospettive future e l’election day. La lunga crisi economica ha aumentato le disuguaglianze tra i cittadini e solo un laziale su quattro (27%) ritiene che il peggio della crisi
Da Parisi a Pirozzi L’ex manager al 22% in parte penalizzato dal voto disgiunto, il sindaco è al 12%
sia alle nostre spalle mentre una quota pressoché simile pensa che siamo ora all’apice della crisi e oltre uno su tre (36%) si mostra pessimista ed è convinto che il peggio debba ancora arrivare.
Infine l’election day: il voto in un’unica giornata sia per le politiche sia per le regionali può determinare un certo disorientamento in una parte degli elettori sia per la presenza di coalizioni diverse nelle due consultazioni elettorali (basti pensare a Pd e LEU che sono in competizione alle politiche mentre sono alleati alle regionali), sia per la presenza di liste civiche collegate ai candidati alle regionali che potrebbero essere penalizzate dal prevalere del voto politico.
L’eventuale riconferma di Zingaretti rappresenterebbe da una lato un risultato inedito nel Lazio, poiché per la prima volta da oltre vent’anni si confermerebbe il presidente uscente, e dall’altro potrebbe essere una spinta alla revisione delle politiche di alleanze sostenuta dal Pd di Renzi.