La strana formula algebrica studiata dal Carroccio per evitare il governissimo
I timori: «Al sicuro solo con un voto in più di FI»
strano, in fondo: l’idea è quella di valutare le possibilità sulla carta di una maggioranza di larghe intese. Meglio ancora: di valutare se un governo basato sul vecchio asse del Patto del Nazareno, quello tra Partito democratico e Forza Italia, avrebbe i numeri per affrontare il voto in Parlamento, tagliando fuori la Lega e Fratelli d’italia.
Il punto, spiega l’alto esponente leghista che vuole rimanere anonimo, è che «a dispetto di quanto affermano i sondaggisti, anche con le percentuali dei sondaggi di oggi il governissimo è molto vicino ad avere i numeri». E dunque, per i leghisti si tratta di un punto cruciale: «Una maggioranza di inciucio è evitabile soltanto se la Lega farà meglio di Forza Italia al proporzionale, o almeno le si avvicinerà. E Come sarebbero distribuiti i seggi alla Camera in base ai sondaggi di gennaio
Centrosinistra (maggioritario) 47
M5S (maggioritario) 53
PD
107 LEU 27
M5S 117
Centrodestra (maggioritario) 131 soprattutto se strapperemo al Partito democratico tra i 20 e i 24 seggi nei collegi incerti».
Il ragionamento parte dal fatto che, sulla base delle (complicate) proiezioni sui sondaggi di oggi, il centrodestra sarebbe certamente la coalizione più forte, senza però disporre ancora dei seggi sufficienti a governare. Più o meno, secondo i calcoli che circolano tra i candidati di Lega e Forza Italia, oggi saremmo a circa 285 sui 316 della maggioranza aritmetica. Questo, al netto del complicatissimo «effetto flipper» determinato dal Rosatellum, che al proporzionale rende assai difficile una previsione precisa sul numero effettivo degli scranni parlamentari di ciascun partito.
Ma, appunto, i vertici leghisti si vanno convincendo che la cautela dei sondaggisti sulle possibilità della Grande coalizione non tiene conto di alcuni dati: «Coloro che fanno il conto dei possibili seggi da attribuire non calcolano il fatto che i 12 eletti all’estero sono sempre molto disponibili ai governi di responsabilità». Il che porterebbe l’ipotetica maggioranza tra Pd, Forza Italia e alleati in prossimità dei 300 seggi.
Ma a rendere bene il clima di competizione tra leghisti e azzurri anche il fatto che i salviniani si preoccupino di fare il calcolo non tanto sui seggi incerti in generale. Non su quelli che oppongono la Lega al Pd, partiti del tutto incompatibili. Ma cercano di tenere traccia dei collegi in cui i Democratici (o anche i centristi) si oppongono agli azzurri: «Perché quelli, dal punto di vista dell’accordo post elezioni, vanno considerati come “seggi del governissimo”, non seggi del centrodestra». Dunque, la Lega dovrà contendere al Pd ogni seggio uninominale possibile. E il calendario di Matteo Salvini a sostegno dei candidati nei collegi ne terrà conto.