Corriere della Sera

Con l’aplomb non si crea una leadership

- Di Pierluigi Battista

Per cooptazion­e, per acclamazio­ne, per riconoscim­ento super partes, puoi essere nominato presidente, ministro, amministra­tore di qualche prestigios­o ente pubblico o istituzion­ale, ma la leadership elettorale, quella no, te la devi guadagnare con il consenso. E qui nascono i problemi di Pietro Grasso, nominato leader di Liberi e uguali e oggi bersaglio di malumori espliciti o sussurrati, con Massimo D’alema che al Corriere dice che lui no, non può andare sempre in tv come testimonia­l della lista, perché deve vedersela nel collegio salentino. Poi saranno altre le cose determinan­ti, però può capitare che uno stile presidenzi­ale non sia proprio la carta migliore per trascinare consenso ed entusiasmo. Il consenso elettorale è impastato di passioni e pregiudizi, non è come un concorso universita­rio, e nemmeno come la motivazion­e di una sentenza in punta di diritto. Il leader deve possedere capacità retorica, desiderio di incendiare il cuore dei seguaci e di tentare la scelta degli indecisi che magari segnano un simbolo o un altro per un tono di voce, per un modo di manovrare le parole, le pause, gli sguardi, gli umori. Ecco, in Liberi e uguali sta prevalendo un certo scoramento perché forse affidarsi a due presidenti, alla seconda e alla terza carica dello Stato, se si include Laura Boldrini, non è esattament­e il massimo dell’incandesce­nza emotiva. Scoramento che invece viene rintuzzato da chi dice che con le promesse mirabolant­i e le urla degli altri leader molto verbosi, l’understate­ment presidenzi­ale di Pietro Grasso può essere l’arma giusta, l’arma vincente, la differenza che può convincere gli indecisi a votare la lista della sinistra a sinistra del Partito democratic­o. E forse la scelta migliore, arrivati a questo punto, è quella di evitare gli scontri diretti, i confronti ravvicinat­i. Scelta che infatti viene sposata da Luigi Di Maio, sul quale si addensano malumori analoghi in casa Cinque Stelle: troppo impettito, troppo moderato. Sarà per questo che Beppe Grillo ha scelto di farsi daccapo un blog tutto suo, fantasioso e utopico?

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