Con l’aplomb non si crea una leadership
Per cooptazione, per acclamazione, per riconoscimento super partes, puoi essere nominato presidente, ministro, amministratore di qualche prestigioso ente pubblico o istituzionale, ma la leadership elettorale, quella no, te la devi guadagnare con il consenso. E qui nascono i problemi di Pietro Grasso, nominato leader di Liberi e uguali e oggi bersaglio di malumori espliciti o sussurrati, con Massimo D’alema che al Corriere dice che lui no, non può andare sempre in tv come testimonial della lista, perché deve vedersela nel collegio salentino. Poi saranno altre le cose determinanti, però può capitare che uno stile presidenziale non sia proprio la carta migliore per trascinare consenso ed entusiasmo. Il consenso elettorale è impastato di passioni e pregiudizi, non è come un concorso universitario, e nemmeno come la motivazione di una sentenza in punta di diritto. Il leader deve possedere capacità retorica, desiderio di incendiare il cuore dei seguaci e di tentare la scelta degli indecisi che magari segnano un simbolo o un altro per un tono di voce, per un modo di manovrare le parole, le pause, gli sguardi, gli umori. Ecco, in Liberi e uguali sta prevalendo un certo scoramento perché forse affidarsi a due presidenti, alla seconda e alla terza carica dello Stato, se si include Laura Boldrini, non è esattamente il massimo dell’incandescenza emotiva. Scoramento che invece viene rintuzzato da chi dice che con le promesse mirabolanti e le urla degli altri leader molto verbosi, l’understatement presidenziale di Pietro Grasso può essere l’arma giusta, l’arma vincente, la differenza che può convincere gli indecisi a votare la lista della sinistra a sinistra del Partito democratico. E forse la scelta migliore, arrivati a questo punto, è quella di evitare gli scontri diretti, i confronti ravvicinati. Scelta che infatti viene sposata da Luigi Di Maio, sul quale si addensano malumori analoghi in casa Cinque Stelle: troppo impettito, troppo moderato. Sarà per questo che Beppe Grillo ha scelto di farsi daccapo un blog tutto suo, fantasioso e utopico?