Corriere della Sera

Ha un ictus al bar Scoperti a casa sua i corpi di sorella e nipote «È lui l’omicida»

- di Cesare Giuzzi (foto Bennati)

ORNAGO (MONZA E BRIANZA) Per una settimana ha vissuto in casa con i cadaveri della sorella e della nipote. Le ha vegliate, in quell’appartamen­to al secondo piano, proprio davanti al Municipio. Lui che era stato assessore, premiato come l’ornaghese dell’anno per il suo storico impegno di presidente dell’auser, associazio­ne che assiste anziani e malati.

Paolo Villa, 75 anni, per giorni non ha detto una parola. Neppure ieri pomeriggio, quando poco prima delle quattro, mentre era bar «Al sagrato» di via Kennedy, a duecento metri da casa, s’è sentito male. Ictus cerebrale, la prima diagnosi dei medici. Ma mentre alcuni clienti aspettavan­o l’ambulanza, qualcuno è corso a casa, nel palazzo di via al Santuario 29 a Ornago (Monza e Brianza), una trentina di chilometri da Milano, per avvisare la sorella Amalia Villa, 85 anni, e la nipote (figlia di quest’ultima) Marinella Ronco, cinquantad­ue anni, che vivevano da sempre con lui. È stato in quel momento che è scattato l’allarme, perché in casa non rispondeva nessuno. Quando i vigili del fuoco sono entrati hanno trovato i corpi delle due donne.

Erano in camera, ai piedi del letto con la schiena appoggiata al muro. Morte da tempo, da giorni dicono i carabinier­i di Monza e della compagnia di Vimercate che conducono le indagini. «In avanzato stato di decomposiz­ione», sembra siano morte da almeno una settimana secondo il primo esame del medico legale. Non è ancora chiaro come siano state ucci- se, anche se l’appartamen­to era pieno di tracce di sangue. Segno che l’assassino potrebbe aver usato un coltello, anche se l’arma non è stata individuat­a. L’esame dei corpi, del resto, è stato reso ancora più difficile dallo stato dei cadaveri.

Pochi dubbi, anche se fino a tarda ora non erano stati presi provvedime­nti giudiziari nei suoi confronti, sul nome dell’assassino. Per gli inquirenti, coordinati dalla Procura di Monza, il killer sarebbe proprio lui, il 75enne «Paolino» Villa. L’anziano è piantonato dai carabinier­i all’ospedale di Vimercate dove è stato ricoverato dal 118 dopo il malore. Intorno alle 22 è iniziato l’interrogat­orio dei militari del Nucleo investigat­ivo del Gruppo di Monza. La famiglia non aveva problemi economici, i vicini non hanno raccontato di liti o situazioni particolar­i. Anche se sembra che negli ultimi mesi il 75enne avesse accusato «un forte decadiment­o».

«Si era lasciato andare — racconta la barista —. Negli ultimi giorni diceva di non stare bene, che le gambe non giravano. Anche venerdì mattina è stato qui. Trascinava i piedi, era affaticato». Alcuni amici hanno spiegato anche di averlo visto «trasandato», abiti sporchi, come mai era successo prima. Lui però non aveva detto nulla, si era lamentato solo per la salute «ballerina», e per l’età che aveva molto limitato il suo impegno in paese.

Ma Paolino era conosciuto. Sia per l’impegno nell’associazio­nismo sia per quello in politica. Aveva lavorato per anni alla Alcan, azienda chimica di Ornago. Secondo i medici è fuori pericolo. Servirà invece l’autopsia per chiarire definitiva­mente come sono state uccise Amalia e la figlia Marinella.

L’anziana era rimasta vedova molti anni fa, la figlia aveva attraversa­to un periodo difficile «dopo una delusione d’amore», raccontano i vicini: «Ma ora tutto sembrava andare bene». I carabinier­i hanno trovato l’appartamen­to in un ordine «maldestro», qualcuno ha cercato di ripulire le tracce di sangue. Paolo Villa resta il principale sospettato del delitto, ma nessuno sa ancora come e perché abbia ucciso la sorella e la nipote.

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Rilievi La Scientific­a nel palazzo a Ornago
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