Vaccini, Lorenzin tira dritto: nessuna proroga
Respinto l’appello del sindaco dem di Vicenza, confermato l’obbligo entro il 10 marzo. Poi sanzioni per i genitori
ROMA No alla proroga. La legge sull’obbligo vaccinale per l’ingresso a scuola tra 0 a 16 anni non può subire rallentamenti.
Ieri la ministra Beatrice Lorenzin ha ribadito l’ennesimo altolà: «Non ci saranno rinvii. Entro il 10 marzo bisognerà mettere in regola gli alunni iscritti alle scuole medie e superiori fino a sedici anni. I genitori che non lo faranno pagheranno sanzioni. Spero siano pochi perché mettono a rischio in modo serio la salute dei loro figli e dei compagni. Pensiamo a quelli che non possono fare la profilassi per motivi medici», ha affermato la ministra a Trieste durante la presentazione della lista di Civica popolare. La legge, ha aggiunto, prevede che «se c’è una prenotazione per il vaccino successiva al 10 marzo basta presentarne una copia». Diverso il discorso per i più piccoli, 0-6 anni: «Resta la pena dell’inammissibilità se non a posto con le profilassi».
Lo spunto per ribadire le scadenze è stato forse la lettera scritta a Lorenzin dal sindaco di Vicenza Achille Variati, Pd: «Ritengo che allontanare i minori nel corso dell’anno scolastico possa causare gravi ripercussioni sul loro futuro. Dovrebbero poter terminare l’anno scolastico senza interruzioni traumatiche di continuità educativa».
Per conoscenza il testo è stato inviato a Luca Zaia, governatore del Veneto, contrario alla coercizione e sostenitore del principio della «persuasione informata», in linea con la Lega. Il Pd invece ha sempre sostenuto in blocco l’obbligo. Variati non lo mette in discussione, ma ritiene prioritario il diritto all’istruzione e la tutela dei minori.
Diverso è l’atteggiamento della sindaca Virginia Raggi, Movimento 5 Stelle, esponente di un partito sfavorevole alle politiche di prevenzione del governo.
Il consiglio capitolino la scorsa settimana ha approvato una mozione dove rivendica Beatrice Lorenzin, 46 anni, leader di Civica popolare, è ministro della Salute dall’aprile 2013
Ha promosso il provvedimento per aumentare la diffusione dei vaccini la priorità della continuità didattica. In Trentino Alto Adige, Regione ostile ai vaccini specie nelle zone montane, centinaia di bimbi frequentano le lezioni senza lo scudo immunitario previsto dalla legge.
La denuncia è del presidente dell’istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi. In realtà mancano dati omogenei e definitivi di tutte le Regioni, il ministero li sta raccogliendo con le consuete difficoltà a far rispettare i tempi. Secondo le stime delle ultime settimane le coperture sarebbero risalite sensibilmente in tutta Italia per garantire la cosiddetta «immunità di gregge», che assicura anche ai bambini non vaccinati la protezione da malattie infettive pericolose e sottovalutate. A Roma l’adesione alle profilassi richieste è stata molto alta nei nati tra il 2015 e il 2017.
Quando è nata la legge sulla prevenzione vaccinale?
Il decreto firmato dalle ministre della Salute Beatrice Lorenzin e dell’istruzione Valeria Fedeli è stato approvato dal governo il 7 giugno. L’urgenza di intervenire in tempi rapidi con un decreto è dovuta ai dati sulle coperture vaccinali di alcune malattie infettive scese sotto il 95 per cento, soglia considerata capace di proteggere anche i bambini non immunizzati. Nel 2017 i casi di morbillo sono stati oltre cinquemila, una punta mai così alta. Il decreto è stato convertito in legge il 31 luglio e riguarda tre anni scolastici, dal 2017 al 2020.
Cosa prevede la legge per l’anno 2017-18?
Le vaccinazioni obbligatorie per l’ingresso a scuola diventano dieci: anti poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae (responsabile di una forma di meningite), morbillo, rosolia e varicella. L’obbligo riguarda alunni da zero a sedici anni. Da 0-6 anni (scuole infanzia e elementari) il bambino che entro il 10 marzo del 2018 non ha le certificazioni vaccinali in regola o non dimostra di aver prenotato un appuntamento con i servizi vaccinali anche successivo alla scadenza del 10 marzo perde la possibilità di frequentare. Per facilitare le famiglie una circolare dei due ministeri ha previsto il ricorso all’autocertificazione dove i genitori si impegnano a effettuare i vaccini non ancora eseguiti. Gli alunni di medie e biennio del liceo non perdono invece il diritto alla frequenza.
E in caso di inadempienza?
I genitori di bambini/ragazzi da 0 a 16 anni non in regola (dunque privi di certificati, prenotazione, autocertificazione) rischiano sanzioni da cento a 500 euro. Dal 20 marzo la mancata presentazione della documentazione richiesta dovrà essere segnalata dagli istituti scolastici alle Asl. In pratica l’esclusione dalla scuola subentra quando è evidente la mancanza di volontà da parte della famiglia di rispettare la legge.
Come evitare l’esclusione da materna e elementare?
Presentare entro il 10 marzo certificato vaccinale o riscontro della prenotazione presso la Asl. Nel 2018-19 il sistema cambia. C’è un’unica scadenza, il 10 luglio per gli istituti di ogni ordine e grado.