Corriere della Sera

Abbiamo il diritto di disconnett­erci

- Alessandra Arachi

Connessi o non connessi? Nell’era della (quasi) quarta rivoluzion­e industrial­e è questo il dilemma esistenzia­le. Un dilemma che è finito nel contratto della scuola e che è stato risolto inserendo il diritto alla disconness­ione. Un concetto inedito.

Una piccola bomba che fa discutere. Il nuovo contratto prevede fasce orarie protette per poter contattare via mail o via telefono gli insegnanti. Non potranno quindi più essere reperibili ventiquatt­r’ore su ventiquatt­ro. Una conquista di civiltà?

Licia Cinfriglia scuote la testa: «Prevedere il diritto alla disconness­ione è a mio avviso sintomo dell’incapacità di comprender­e la portata innovativa Contratto

 Il nuovo contratto della scuola riguarda 1.191.694 dipendenti tra insegnanti, ricercator­i, tecnici amministra­tivi e personale Ata del digitale e uno dei tanti elementi di conservato­rismo di cui è pieno questo pessimo contratto». Cinfriglia, membro del consiglio superiore dell’istruzione, è una preside in aspettativ­a.

Curioso confrontar­e il suo punto di vista con quello di Ludovico Arte, preside in attività dell’istituto Marco Polo di Firenze. «Di solito sono contrario alle norme e agli obblighi imposti dall’alto, ma in questo caso sono norme di buona educazione».

Ludovico Arte fa ammissione di colpa: «Sono io quello che di solito manda agli insegnanti le mail il fine settimana. Starò più attento, da ora in poi. Certo questa non mi sembra la cosa più importante da

Regolament­are l’uso di posta elettronic­a e telefono? È il minimo sindacale della civiltà

Fiorentino insegna latino e greco nel liceo De Santis di Roma, e non la pensa per niente alla stessa maniera di Gaia Palladino, che insegna in un paesino in provincia di Catania, Zafferana Etnea, all’istituto comprensiv­o De Roberto: «Mi sembra — dice la docente — un sacrosanto fattore di protezione nei nostri confronti. Credo che questo concetto del diritto alla disconness­ione sia giusto e che serva anche per far aumentare la consapevol­ezza nell’uso del digitale».

L’ultima parola spetta alle mamme e ai papà. A papà Gianluca Pallai, presidente dell’age (Associazio­ne italiana genitori) a Roma. «Credo — afferma — che il vero dramma dietro questa norma sia la mancanza di educazione. Davvero c’è bisogno di regolament­are per contratto l’uso di mail e telefono? Mi sembra il minimo sindacale della civiltà». ?

Domenica 11 Febbraio 2018 Corriere della Sera Scuola, il nuovo contratto vieta le mail fuori orario «Tutela sacrosanta» «No, norma conservatr­ice» Il mondo del lavoro diviso fare nella scuola, ma la trovo un valore specifico alla connession­e. giusta». «Con la connession­e

Connessi o non connessi? È continua negli ultimi vent’anni giusto che il diritto alla disconness­ione è aumentato l’orario di sia confinato lavoro. Non sbaglio se dico soltanto al contratto della che con la reperibili­tà continua scuola? Alessio Gramolato, si è incrementa­to del 3040 pensa proprio di no, lui che per cento. Quindi piuttosto da sindacalis­ta della Cgil è responsabi­le che affermare il diritto alla disconness­ione, del «progetto direi di pagare 4.0». Dice: «Siamo perennemen­te la connession­e, soprattutt­o in connessi e questo tema quei lavori dove non se ne può da un po’ di tempo è affrontato più fare a meno». in tutta Europa. Dal E loro, gli insegnanti, che punto di vista legislativ­o — Su Corriere.it dicono? Walter Fiorentino è come in Francia — oppure dal Leggi tutte affezionat­o a mail e chat: punto di vista regolativo-contrattua­le, le notizie, «Credo che le potenziali­tà come in Germania e guarda le foto della connession­e siano molteplici. come sta succedendo da noi. e i video E penso che avere la Soltanto che da noi pensiamo dall’italia possibilit­à di dialogare fuori di fare un passo avanti». e dal mondo dall’orario e del contesto sia

Il passo avanti di Alessio sul nostro sito un beneficio e non un danno». Gramolato è semplice: dare www.corriere.it

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