Abbiamo il diritto di disconnetterci
Connessi o non connessi? Nell’era della (quasi) quarta rivoluzione industriale è questo il dilemma esistenziale. Un dilemma che è finito nel contratto della scuola e che è stato risolto inserendo il diritto alla disconnessione. Un concetto inedito.
Una piccola bomba che fa discutere. Il nuovo contratto prevede fasce orarie protette per poter contattare via mail o via telefono gli insegnanti. Non potranno quindi più essere reperibili ventiquattr’ore su ventiquattro. Una conquista di civiltà?
Licia Cinfriglia scuote la testa: «Prevedere il diritto alla disconnessione è a mio avviso sintomo dell’incapacità di comprendere la portata innovativa Contratto
Il nuovo contratto della scuola riguarda 1.191.694 dipendenti tra insegnanti, ricercatori, tecnici amministrativi e personale Ata del digitale e uno dei tanti elementi di conservatorismo di cui è pieno questo pessimo contratto». Cinfriglia, membro del consiglio superiore dell’istruzione, è una preside in aspettativa.
Curioso confrontare il suo punto di vista con quello di Ludovico Arte, preside in attività dell’istituto Marco Polo di Firenze. «Di solito sono contrario alle norme e agli obblighi imposti dall’alto, ma in questo caso sono norme di buona educazione».
Ludovico Arte fa ammissione di colpa: «Sono io quello che di solito manda agli insegnanti le mail il fine settimana. Starò più attento, da ora in poi. Certo questa non mi sembra la cosa più importante da
Regolamentare l’uso di posta elettronica e telefono? È il minimo sindacale della civiltà
Fiorentino insegna latino e greco nel liceo De Santis di Roma, e non la pensa per niente alla stessa maniera di Gaia Palladino, che insegna in un paesino in provincia di Catania, Zafferana Etnea, all’istituto comprensivo De Roberto: «Mi sembra — dice la docente — un sacrosanto fattore di protezione nei nostri confronti. Credo che questo concetto del diritto alla disconnessione sia giusto e che serva anche per far aumentare la consapevolezza nell’uso del digitale».
L’ultima parola spetta alle mamme e ai papà. A papà Gianluca Pallai, presidente dell’age (Associazione italiana genitori) a Roma. «Credo — afferma — che il vero dramma dietro questa norma sia la mancanza di educazione. Davvero c’è bisogno di regolamentare per contratto l’uso di mail e telefono? Mi sembra il minimo sindacale della civiltà». ?
Domenica 11 Febbraio 2018 Corriere della Sera Scuola, il nuovo contratto vieta le mail fuori orario «Tutela sacrosanta» «No, norma conservatrice» Il mondo del lavoro diviso fare nella scuola, ma la trovo un valore specifico alla connessione. giusta». «Con la connessione
Connessi o non connessi? È continua negli ultimi vent’anni giusto che il diritto alla disconnessione è aumentato l’orario di sia confinato lavoro. Non sbaglio se dico soltanto al contratto della che con la reperibilità continua scuola? Alessio Gramolato, si è incrementato del 3040 pensa proprio di no, lui che per cento. Quindi piuttosto da sindacalista della Cgil è responsabile che affermare il diritto alla disconnessione, del «progetto direi di pagare 4.0». Dice: «Siamo perennemente la connessione, soprattutto in connessi e questo tema quei lavori dove non se ne può da un po’ di tempo è affrontato più fare a meno». in tutta Europa. Dal E loro, gli insegnanti, che punto di vista legislativo — Su Corriere.it dicono? Walter Fiorentino è come in Francia — oppure dal Leggi tutte affezionato a mail e chat: punto di vista regolativo-contrattuale, le notizie, «Credo che le potenzialità come in Germania e guarda le foto della connessione siano molteplici. come sta succedendo da noi. e i video E penso che avere la Soltanto che da noi pensiamo dall’italia possibilità di dialogare fuori di fare un passo avanti». e dal mondo dall’orario e del contesto sia
Il passo avanti di Alessio sul nostro sito un beneficio e non un danno». Gramolato è semplice: dare www.corriere.it