CIBO, STUDIO, FELICITÀ ECCO LE NUOVE OSSESSIONI
Caro Aldo, è difficile tracciare un identikit dei giovani d’oggi. Non perché non abbiano una identità, ma perché ne hanno più d’una, diversificata, però priva della ideologia che ha funzionato da legante in altri periodi, come nel ’68. Oggi i ragazzi si identificano come gruppo, magari perché abitano nello stesso quartiere, frequentano la stessa scuola, parlano lo stesso linguaggio. Il modo giovanile è variegato, ma anche meno conflittuale di una volta. La maggior parte degli adolescenti è soddisfatta dei rapporti familiari. Al punto che la famiglia, da luogo di scontro generazionale, quale è stata fino a qualche decennio fa, diventa la ciambella di salvataggio. E i padri ritrovano un ruolo di guida.
LCaro Michele, a sua lettera offre molti spunti. È vero, gli adolescenti oggi hanno con i genitori un rapporto meno conflittuale che in passato. Ma non perché ne riconoscano il ruolo di guida. Perché i genitori tendono a essere arrendevoli, teneri, accondiscendenti come nonni. Assecondano ogni desiderio, dicono sempre di sì, a cominciare dalla prima richiesta: il cellulare. Non è vero che non esistono più le ideologie; ne esiste una sola, la Rete. Il nuovo dogma è Internet, al servizio del nuovo dio: se stessi. L’individualismo degli anni 80 è divenuto narcisismo di massa. La dimensione collettiva del vivere è rimossa o delegata ai social. La politica, tranne qualche eccezione, è considerata una cosa necessariamente sporca da cui tenersi lontani (troverà, caro Michele, uno spaccato interessante nell’inchiesta sui giovani che Vicsia Portel sta conducendo per Dimartedì di Giovanni Floris). I nostri nonni avevano l’ossessione del cibo. Le mie nonne cucinavano tutto il giorno. Avevano avuto fame ai tempi delle guerre, e non volevano che ai figli toccasse la stessa prova. I nostri padri avevano l’ossessione dello studio, per «farsi una posizione» ma in qualche modo anche per contribuire alla crescita della comunità, del Paese. Noi abbiamo l’ossessione che i nostri figli siano felici, o almeno che non debbano soffrire. Spesso gli adolescenti di oggi sono splendidi: altissimi, belli, gentili. Ma non sempre sono preparati ad affrontare le difficoltà che li attendono; a cominciare dalla mancanza di lavoro.