Il Dubai Tour è di Viviani: «Fantastico» Colbrelli terzo
Un’esecuzione più che una partita, e d’accordo che il pronostico, che l’irlanda è la numero 3 del mondo, eccetera... ma il primo tempo di Dublino è stato un orribile incubo. I trifogli mannari sono brutte bestie, soprattutto per noi e non è un caso se da tre anni ci rifilano quasi 60 punti a partita. Il loro rugby è un meccanismo perfetto, è rhythm’n’flow: ritmo folle, zero sbavature, avanzamento continuo. Contro una marea del genere o la metti sulla velocità o sui muscoli e questa Italia non ne ha abbastanza, né dell’una né degli altri. Così si spiegano i primi 40 minuti: 75 per cento di possesso palla, quattro mete segnate (e bonus incassato) dopo 35’ per i verdi, una sola apparizione degli azzurri nei 22 avversari, al 39’: touche ai 5 metri sciupata da un in avanti di Steyn.
Insomma: tanto da una parte, niente dall’altra e se contro l’inghilterra gli azzurri avevano giocato a lungo alla pari, ieri hanno raccolto un po’ di gloria soltanto all’ora dei titoli di coda, dopo che l’irlanda aveva richiamato in panchina Murray & Sexton, la coppia (di mediani) più bella del mondo e aveva decisamente abbassato i giri-motore perché — ma è solo un’ipotesi — neppure i verdi sono in grado di giocare 80 minuti con la ferocia, la velocità e la precisione dei primi 50. In fondo anche rionfo di Elia Viviani ( foto) nella 5ª edizione del Dubai Tour. L’olimpionico della Quick-step Floors si è aggiudicato anche l’ultima frazione battendo in volata Haller (Katusha-alpecin) e Blythe (Aqua Blue Sport). In generale Viviani mette in fila il danese Magnus Cort Nielsen (Astana Pro Team) e Sonny Colbrelli (Bahrain-merida). «Prima di partire ero molto stressato — ha raccontato il veronese —. Due secondi di vantaggio in generale erano nulla. Abbiamo pedalato da vera squadra: fantastico».