Wifi in black out Partita la caccia ai sabotatori
Caccia ai malandrini multimediali. I Giochi olimpici sono finiti sotto attacco, ma per fortuna i missili della Corea del Nord non c’entrano affatto. C’entrano invece i sabotatori della rete Internet, hacker maligni che hanno scelto l’ora precedente la cerimonia inaugurale per entrare in azione. Tecnicamente c’è stato un crollo in sequenza del sistema wifi: non ci sono state conseguenze per la cerimonia d’apertura, ma i guai li hanno passati i giornalisti, impossibilitati a
connettersi. E al centro stampa principale si sono bloccati progressivamente tutti i televisori collegati in rete: solo quelli legati alle parabole funzionavano. Il cedimento ha ricordato il cadere delle tesserine di un domino: per certi aspetti è stato un evento spettacolare. Gli organizzatori sono intervenuti immediatamente, ma sono solo riusciti ad arginare il «malware» che si era fatto largo tra le pieghe dell’olimpiade. Non è stato un danno da poco, anche se in un comunicato di scuse è stato precisato che non è mai stata in pericolo la sicurezza generale. È stata comunque necessaria l’intera notte e buona parte del mattino successivo (ieri, dunque) per ripristinare la normalità della situazione. Si sta dando la caccia ai colpevoli: la Corea del Nord e la Russia (che tuttavia ha smentito ogni coinvolgimento) sono i principali indiziati.