QUALI SONO LE CAUSE DELL’ OSTEOPOROSI NEGLI UOMINI? CHE ESAMI BISOGNA FARE? E CI SONO TRATTAMENTI SPECIFICI?
Ho 66 anni e ho fatto l’imprevista scoperta di essere affetto da una severa forma di osteoporosi. Ho fatto una serie di esami: tutto nella norma, tranne la calciuria ai limiti. Sono di corporatura media non sovrappeso, ho deficit di vitamina D, e soffro di colon irritabile e calcoli renali. Non ho al momento significativi dolori ossei: che cosa mi consigliate di fare?
La sua domanda mi permette di sottolineare un’importante causa, in particolare nell’uomo, di osteoporosi secondaria: l’ipercalciuria primitiva. Una condizione causata da un alterato metabolismo del calcio a livello di assorbimento intestinale o di eccessiva escrezione renale o di eccessivo riassorbimento osseo, che coinvolge il 510% della popolazione generale. La diagnosi prevede la misurazione del calcio nelle urine. I valori sono alterati se si registrano nelle donne oltre 250 mg di calcio, nella raccolta su 24 ore; negli uomini, se si arriva a oltre 300 mg. Oppure se si superano gli 0,11 mg di calcio per mg di creatinina nelle urine raccolte a digiuno dopo una dieta a basso contenuto di calcio e di sodio. Davanti a pazienti con sospetta ipercalciuria primitiva, i medici dovrebbero tenere presenti alcuni elementi. Innanzitutto, un terzo dei pazienti con calcolosi renale ha un’ipercalciuria primitiva, perciò la ipercalciuria va sempre sospettata in pazienti con un problema di calcolosi renale. Secondo: l’ipercalciuria primitiva ha un carattere ereditario e la storia familiare deve essere sempre indagata, in modo da poter sospettare e eventualmente diagnosticare la malattia precocemente in persone giovani.
Terzo, la presenza di osteoporosi e di fratture da fragilità può, all’inverso, permettere all’esperto di metabolismo osseo di arrivare a una diagnosi di ipercalciuria primitiva. Ricordiamo che se il problema di osteoporosi secondaria da ipercalciuria è presente prevalentemente negli uomini, questo accade perché nel sesso femminile è la menopausa a farla da padrona come causa di fragilità ossea. Certo è che esiste una chiara associazione tra ipercalciuria primitiva e osteoporosi.
Nell’origine del problema, e nel suo perdurare, sono coinvolti: ossa, rene e intestino e questo fa dell’ipercalciuria primitiva una malattia multisistemica, con caratteristiche di gestione multidisciplinare, che richiede un programma di educazione dei vari specialisti e del medico di medicina generale, che raramente richiede tra gli esami di screening la calciuria.
Che cosa fare nel caso di diagnosi di ipercalciuria primitiva? In primo luogo, modificare le abitudini alimentari. Un mito da sfatare è quello che riguarda l’eliminazione del calcio dalla dieta dei pazienti con calcoli renali composti da sali di calcio. Questo non farebbe che peggiorare l’evoluzione della malattia ossea. Si deve, invece, limitare l’introito di calcio a circa 800 mg al giorno, senza mai, ripeto mai, eliminarlo del tutto. Si deve limitare anche l’introito dietetico di ossalati, presenti in frutta secca, cioccolato, caffè e verdure. E infine occorre controllare l’introito di proteine animali, ma senza mai eliminarle. Parimenti bisogna ridurre l’introito di sodio. Questo perché sia alcuni aminoacidi presenti nelle proteine animali, sia il sodio agiscono come ipercalciurizzanti. Infine, è sempre utile aumentare l’idratazione.
L’uso di farmaci diventa necessario quando i cambiamenti nella dieta non sono sufficienti.
Diuretici risparmiatori di calcio, detti tiazidici, sono senz’altro utili, ma devono essere usati sotto attento controllo medico. Anche i sali di citrato (prevalentemente citrato di potassio) possono essere prescritti, benché i dati a riguardo non siano concordanti.
Infine, nei pazienti osteoporotici farmaci anti-riassorbitivi - quali bisfosfonati, estrogeni, SERM e l’anticorpo monoclonale denosumab - sono utili perché riducono la rimozione del calcio dall’osso e agiscono anche come anti-fratturativi. Sempre consigliabile la vitamina D che deve essere somministrata insieme al farmaco antiriassorbitivo, mantenendo però i valori circolanti della vitamina a livelli più bassi della norma. Nel suo caso, dato che i livelli di calcio nelle urine eccedono i valori normali, esiste una calcolosi renale ed è presente una osteoporosi severa che non sembra avere alcuna causa chiara,il medico le suggerirà innanzitutto di correggere la dieta, valutando poi la necessità di eventuali farmaci, e le proporrà di far valutare anche nei familiari diretti la calciuria.