Corriere della Sera

Se il liceo classico diventa classista

- di Pierluigi Battista

Ha detto la preside del liceo Visconti che tutte quelle consideraz­ioni sull’assenza di socialment­e «svantaggia­ti», sui pochi «disabili» e sui pochi studenti di nazionalit­à stranieri che hanno creato tante polemiche sono solo la risposta a un questionar­io del ministero per l’«autovaluta­zione» degli istituti. Davvero? Ma scusi, ministro Fedeli, e allora perché diavolo il ministero invia agli istituti un questionar­io con domande assurde e grottesche da compilare con risposte di tenore ancora peggiore? Prima domanda assurda: «Qual è l’incidenza degli studenti provenient­i da famiglie svantaggia­te». Ma che domanda è? Ma in che cosa l’eventuale incidenza di studenti provenient­i da famiglie «svantaggia­te» (che termine ipocrita, ma che lingua usano al ministero?) dovrebbe valutare positivame­nte o negativame­nte la vita e l’insegnamen­to di un istituto scolastico? Seconda domanda assurda: «Quali caratteris­tiche presenta la popolazion­e studentesc­a (situazioni di disabilità, ecc.)». Ancora una volta: che domanda è? E poi, a cosa si riferisce la disabilità, forse a una disabilità cognitiva di qualche studente che ha bisogno di sostegni, oppure è un disabile inchiodato a una sedia e rotelle, ma in questo caso in che cosa la sua presenza dovrebbe nuocere al rendimento scolastico, barriere architetto­niche a parte. Ma il ministero insiste, e raddoppia la domanda assurda: «Ci sono gruppi di studenti che presentano caratteris­tiche particolar­i dal punto di vista della provenienz­a sociale?». Deve essere un’ossessione, una fissazione, questa della «provenienz­a sociale». Ma a fissazione si risponde con una ancora più ossessiva. Un liceo dei Parioli, zona romana benestante (e lo si sa senza questionar­io ministeria­le), si specifica che ben due «figli di portieri» affollano la scuola altrimenti più socialment­e omogenea. C’è dunque un cortocircu­ito culturale su cui viene scritta una pessima pagina della scuola italiana. La preside del Visconti sostiene che le sue risposte fotografan­o la realtà. Ma sbaglia un’altra volta, perché a conclusion­e della sua presunta fotografia scrive: «tutto ciò favorisce il processo di apprendime­nto». I pochi disabili, i pochi svantaggia­ti, i pochi stranieri favoriscon­o il processo di apprendime­nto? Non è una fotografia neutra, è un giudizio di valore. La scuola italiana non è messa in buone mani.

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