Corriere della Sera

Dai «civici» gaffe e frasi fuori linea L’imbarazzo dem

- di Maria Teresa Meli

La società civile va di ROMA moda in politica, e non da ora. Ogni partito ne ha candidato qualche esponente alle prossime elezioni. Anche il Pd non ha voluto essere da meno in questo campo. Solo che adesso i suoi dirigenti sono un po’ preoccupat­i per certe gaffe e talune dichiarazi­oni ritenute poco opportune dei rappresent­anti «non politici» messi in lista.

Qualche esempio? Si comincia da Tommaso Cerno. L’ex condiretto­re di Repubblica, candidato al Senato a Milano, l’altra sera, ospite della trasmissio­ne radiofonic­a Zapping ha detto quello che nessun esponente del Partito democratic­o direbbe mai. Ossia che i grillini sono in grado di governare. Eppure sia Matteo Renzi che Paolo Gentiloni o Marco Minniti si sforzano da giorni di sostenere il contrario.

È il leitmotiv della campagna elettorale impostata dal Nazareno. Ecco l’affermazio­ne di Cerno, che ha fatto sobbalzare qualcuno in casa pd, tanto più perché in questo momento i leader del Partito democratic­o sono impegnati in una battaglia campale contro Luigi Di Maio e compagni: «I 5 Stelle hanno tutte le capacità di governare il Paese».

Questo l’esordio del giornalist­a. Cerno poi prosegue così: «Il problema è se vogliono governare l’italia in qualche modo con una formula tetragonal­e che contiene in sé ogni risposta, in dissintoni­a con le complessit­à e con le problemati­che che questo Paese mostra, in un contesto continenta­le che ci impone delle scelte perché siamo in ritardo di trent’anni su grandi scelte del Paese che abbiamo rinviato». Dopodiché l’ex condiretto­re di Repubblica torna sul tema di un eventuale esecutivo affidato ai pentastell­ati: «Quindi perché non dovrebbero essere in grado di governare? Io credo che molti di loro vogliano dialogare. Poi non è mai stato possibile farlo davvero».

Ma Cerno non è l’unico esponente della società civile presente nelle liste del Partito

democratic­o. C’è anche la giornalist­a Francesca Barra, candidata in quel di Matera, in un collegio ritenuto a rischio. Fresca di nozze americane con l’attore Claudio Santamaria, Barra ha avviato la sua campagna ricordando la lotta contro le trivelle ed esaltandol­a. Peccato che non fosse quella la posizione del Partito democratic­o all’epoca del referendum. Anzi quello fu uno dei temi di scontro tra Renzi e il mondo della sinistra. La giornalist­a, però, va per conto suo, a quanto pare. L’altro ieri ha mirato in alto e ha attaccato Marco Minniti, reo di aver parlato di un eventuale governo di unità nazionale. «Il ministro mi sorprende», ha dichiarato scandalizz­ata Barra, accusando poi il titolare del Viminale di essere fuori linea.

Anche l’assai sobrio Paolo Siani, fratello di Giancarlo, il giornalist­a ucciso dalla camorra, candidato fortemente voluto da Renzi, che si cimenta a Napoli nel quartiere Vomero, non sempre è d’accordo con le posizioni del Partito democratic­o. Del resto è un indipenden­te, come ci tiene sempre a precisare. E perciò se ufficialme­nte la linea dei dem è quella di dire «no» a un governo con Berlusconi, lui invece a domanda risponde così: «Larghe intese con Forza Italia? Su questo dobbiamo ragionare. L’interesse è per il bene del Paese. E se per il bene del Paese bisogna farlo, si farà anche questo».

I 5 Stelle

Cerno ribalta la linea sui 5 Stelle: «Hanno tutte le capacità per governare il Paese»

Nel M5S hanno tutte le capacità di governare il Paese Tommaso Cerno

Minniti e il governo di unità nazionale? Sorpresa Francesca Barra

Larghe intese? Se è per il bene del Paese bisogna farle Paolo Siani

Le trivelle

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