Ecco la scheda Si voterà così
Niente preferenza «disgiunta» E se la croce è solo sul candidato all’uninominale il voto sarà diviso tra le liste che lo sostengono
Due cose bisogna ricordare a ogni costo, tenere a mente con un promemoria in vista del 4 marzo: i documenti, con la tessera elettorale; e, la seconda, che non è permesso il voto disgiunto.
Il sistema con cui si sceglieranno deputati e senatori è misto, un po’ proporzionale e un po’ (meno) uninominale. Ma la scelta è unica: non si può indicare una lista e, contemporaneamente, un candidato al collegio uninominale sostenuto da un altro simbolo o da un’altra coalizione. Il voto sarà annullato. È questo che rende questo sistema diverso dal vecchio Mattarellum, la norma che ha fatto conoscere al Paese i collegi uninominali.
Il ministero dell’interno ha pubblicato il fac-simile della scheda. Che era stata, già prima che fosse mostrata ed era ancora in fase di elaborazione, oggetto di dibattito. Saranno ridotti i simboli, perché i partiti si nascondono? O saranno ingranditi i loghi, per evitare che l’elettore faccia la croce semplicemente sul nome? E a chi conviene?
In realtà la scheda pubblicata dal Viminale non si è discostata molto dal modello allegato al testo del Rosatellum, che lo scorso ottobre ha avuto il via libero definitivo del Parlamento. Simboli e candidati in bella vista, più piccoli i nomi
dei listini (ma tanto quelli sono bloccati e c’è poco da fare). Cosa prevarrà? Vincerà l’«effetto uninominale», cioè l’elettore sarà spinto a votare una coalizione in base al «nome», alla preferenza per un candidato piuttosto che un altro? O vincerà il proporzionale, cioè la scelta per il partito? Certo è che il simbolo in evidenza giocherà la sua parte per i partiti in coalizione, che giocano una partita anche con gli alleati (per fare un esempio, Forza Italia e Lega, che continuano a ripetere che sarà il partito con più voti a esprimere il premier).