Corriere della Sera

«Abbiamo fallito» I repubblica­ni: via il capo dell’fbi

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE G. Sar.

Fbi sotto accusa WASHINGTON per la strage nel liceo di Parkland. Il governator­e della Florida, il repubblica­no Rick Scott, ha chiesto ufficialme­nte le dimissioni di Christophe­r Wray, il direttore del Federal Bureau. Gli agenti avevano ricevuto almeno due segnalazio­ni su Nikolas Cruz, il killer diciannove­nne che il giorno di San Valentino ha ucciso 17 persone, tra studenti e insegnanti della sua ex scuola.

L’ultimo allerta risale al 5 gennaio scorso. Un conoscente aveva richiamato l’attenzione sul comportame­nto di Cruz, sulle sue armi, sulla «sua voglia di uccidere».

Subito dopo la strage, Robert Lasky, responsabi­le del dipartimen­to di Miami, aveva riconosciu­to l’errore dell’fbi: «Non ci sono state ulteriori indagini». Ieri altri particolar­i: il quartier generale del Bureau in Virginia non aveva neanche girato le informazio­ni alla sede distaccata a Miami che, con un paio di semplici telefonate a Parkland, avrebbe potuto raccoglier­e tutti gli elementi sul futuro assassino. Wray prende tempo: «Le indagini sono ancora in corso, mi impegno ad arrivare in fondo alla questione e a rispondere alle domande che arriverann­o dall’opinione pubblica».

Ma per il governator­e Scott ci vuole uno strappo: «Il fallimento dell’fbi non è accettabil­e. E riconoscer­e l’errore non è sufficient­e. Il direttore Wray deve dimettersi». Anche il senatore della Florida Marco Rubio ha criticato duramente il capo dell’agenzia, in carica dal 2 agosto 2017 su indicazion­e di Donald Trump. Il ministro della Giustizia, Jeff Sessions è sulla stessa scia: «la strage di Parkland è una conseguenz­a dei passi falsi dell’fbi».

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Il dolore Studenti del liceo di Parkland

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