Influenza: 112 morti e 588 casi gravi
Che sarebbe stata una stagione durissima era previsto. Ora però arriva la conferma numerica. Sono stati 112 i morti di influenza quest’anno, dati dell’istituto Superiore di Sanità. I casi gravi hanno raggiunto quota 588. Per dare un’unità di misura basta ricordare l’anno precedente che pure non è stato leggero: 72 morti e 153 gravi alla fine della stagione, tra novembre e aprile quando il sistema di sorveglianza finisce di raccogliere le segnalazioni. Parliamo della punta dell’iceberg. Dei malati arrivati in ospedale con complicanze polmonari severe. Sulla loro cartella clinica è stato scritto chiaramente che la causa del decesso è stata l’influenza in base alle analisi di laboratorio per la ricerca dei virus implicati nell’infezione. Si parla dunque di morti dirette. In realtà dietro se ne contano di più. «Migliaia di persone ricoverate per problemi cardiocircolatori o infezioni respiratorie che non vengono direttamente collegate all’epidemia», spiega la differenza tra dati certificati e stime Fabrizio
Il virologo
I tre virus hanno circolato più intensamente, popolazione scoperta
Pregliasco, virologo dell’università di Milano. In media il bilancio finale di ogni stagione si attesta su 8-10 mila vittime. Da settembre in Italia i morti accertati sono stati 112: tra loro 11 bambini sotto i 12 anni e due donne in gravidanza. I più fragili. I 558 pazienti gravi sono stati curati in terapia intensiva con l’uso dell’ecmo, il sistema di circolazione extracorporea. Un impegno pesante, testimoniano i bollettini settimanali di Influnet e Flunews. L’epidemia ha colpito 7 milioni di italiani contro una media annuale attorno ai 5 milioni. Per quale motivo? «I tre virus maggiormente implicati, soprattutto quello di tipo B e l AH1N1, diversi dagli anni scorsi, hanno circolato più intensamente in quanto hanno trovato una popolazione scoperta», dice Gianni Rezza, capo del dipartimento di malattie infettive dell’iss. La responsabilità è stata attribuita in parte ai vaccini antiinfluenzali, prodotti da alcune aziende con solo 3 dei 4 virus potenzialmente coinvolti. Rezza però non dà peso a questa ipotesi: «Il vaccino serve a proteggere non a ridurre la circolazione. Sono stati colpiti tanti bambini e per loro il vaccino non è previsto».