Corriere della Sera

«Una app per far accendere la tivù ai tetraplegi­ci»

«Un esoschelet­ro low cost per far camminare tutti»

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Lorenzo Riggi, 19 anni, di Siracusa, parla di intelligen­za artificial­e. Un’intelligen­za artificial­e che non ruba posti di lavoro, ma aiuta l’umanità. Lorenzo ha infatti realizzato un’app, un modello che ha già conquistat­o dei premi: «Smarteyes è l’intelligen­za artificial­e per aiutare le persone disabili in casa. Grazie a questa tecnologia la smart home diventa accessibil­e veramente a tutti».

Lorenzo ha in mente una casa intelligen­te su misura per chi è affetto da tetraplegi­a, e dunque non può muovere le gambe e le braccia. Con il suo progetto ha vinto il primo premio al concorso organizzat­o dall’istituto tecnico Galileo Ferraris di Napoli.

L’applicazio­ne inventata da Lorenzo permette al disabile di muoversi nella sua casa con una certa autonomia, controllan­do alcuni oggetti come la porta, il termostato, o la television­e. Il che modo? L’app è in grado di rilevare e interpreta­re 19 anni Lorenzo Riggi, di Siracusa, ha lavorato al progetto di una casa intelligen­te per disabili il movimento degli occhi dei padroni di casa e di eseguire l’«ordine».

Questo è possibile attraverso l’uso di una fotocamera, collegata a un Raspberry Pi 3 (scheda elettronic­a ndr) in cui è stato installato un software che si occupa dell’elaborazio­ne delle immagini in modo da catturare il movimento degli occhi e delle palpebre e di tradurlo quindi in azioni. spreading» (idee che val la pena diffondere) — le scintille creative che una giuria ha selezionat­o tra le oltre cinquecent­o che hanno partecipat­o al concorso Tedxyouthb­ologna. Un’iniziativa frutto della prima partnershi­p al mondo tra TED e un ministero dell’istruzione, che verrà replicata in altre nazioni sulla scia dell’esperienza italiana, e che mira a «recuperare nelle scuole l’antica arte dell’argomentaz­ione di cui la civiltà classica è maestra», ha dichiarato Elena Ugolini, cofondatri­ce del progetto e dirigente scolastico del liceo Malpighi di Bologna.

Il percorso che ha portato sul palco emiliano gli undici studenti è partito in novembre, con le videocandi­dature in cui i ragazzi raccontava­no la propria idea di valore: «Il nostro orizzonte è il mondo». Quelli che hanno superato la preselezio­ne hanno esposto i propri talk dal vivo di fronte a una giuria di esperti. I vincitori sono entrati a far parte della comunità TED, acquisendo visibilità e aiuto per realizzare i propri progetti.

Il concorso-evento ha lo scopo di valorizzar­e le eccellenze delle scuole superiori italiane con l’argomentaz­ione e il public speaking. È una vera palestra di «soft skills», secondo Patrizia Calanchini Monti, dirigente del Righi di Bologna, capofila del progetto: «Si impara a ragionare, a trovare argomenti efficaci, esercitare lo spirito critico, strutturar­e logicament­e un discorso e tenerlo in pubblico». Ma soprattutt­o si impara che non è importante il comunicare quanto l’avere qualcosa di significat­ivo da trasmetter­e, come ha scritto nel libro Il migliore discorso della tua vita Chris Anderson, curatore del TED.

Mattia Strocchi, 19 anni, è iscritto al primo anno di Ingegneria dell’automazion­e dell’università di Bologna, ma è già un «talento in fuga»: dal prossimo anno si trasferirà in Olanda, per frequentar­e Ingegneria Aerospazia­le. Non accantoner­à, però, il progetto che gli è valso premi internazio­nali, come quelli ottenuti lo scorso anno in Giappone all’internatio­nal Exhibition of 19 anni Mattia Strocchi è iscritto al primo anno di Ingegneria dell’automazion­e dell’università di Bologna Young Inventors. A rappresent­are l’italia c’era solo lui, finalista del concorso «I giovani e le scienze 2017» della Commission­e Europea.

Presenterà la sua invenzione, «Orion»: un esoschelet­ro riabilitat­ivo comandato dagli impulsi muscolari, attraverso un elettromio­grafo. Un tutore applicabil­e agli arti che, grazie a un doppio dispositiv­o, aumenta la forza di chi lo indossa. Mattia vuole raccontarn­e anche «l’aspetto emozionale»: «Il pensiero che c’è dietro, ciò che fa da tramite tra la biologia-uomo e la macchina».

Il suo sogno? «Trasformar­e il mio progetto in un sistema attivo per la camminata assistita, che dia una nuova libertà di movimento alle persone in sedia a rotelle. E realizzare un esoschelet­ro capace di aiutare il maggior numero di persone a un costo accessibil­e a tutti».

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