«Io, neurochirurgo, mi impegno per difendere la scienza e i vaccini»
Dal neurochirurgo Giulio Maira, uomo avvezzo al silenzio della sala operatoria e non alle pubbliche diatribe, tutto ci si aspettava tranne che la perentoria discesa in campo a favore delle vaccinazioni. In una doppia veste. Come scienziato e come candidato al proporzionale, collegio di Roma1, nella Lista Civica Popolare di Beatrice Lorenzin.
Come mai?
«Da medico non posso accettare affermazioni non veritiere. L’efficacia e la sicurezza dei vaccini sono incontrovertibili, è l’evidenza scientifica a dirlo, non si deve mettere in dubbio l’attendibilità di istituzioni sanitarie serie e autorevoli. Chi parla di scienza deve farlo non in base alle impressioni personali e al sentito dire. È un modo di ingannare i cittadini oltre che di screditare enti di ricerca di valore mondiale». I rischi
Chi contesta il valore delle vaccinazioni è come se passasse col rosso: si mette a rischio la vita propria e anche quella di chi rispetta le regole
Cosa significa dire no alle vaccinazioni?
«È come decidere di passare col rosso. Chi lo fa mette a rischio la vita propria e quella di chi rispetta le regole e passa solo col verde. Ora c’è una legge che rende obbligatorie dieci vaccinazioni per l’ingresso a scuola. Non è una scelta legata al libero arbitrio ma dettata da una situazione di allerta sulla diffusione di malattie infettive che erano e possono essere evitate».
Perché uno come lei, impegnatissimo neurochirurgo dell’humanitas, scende in politica?
«È un dovere morale e civico Giulio Maira, nato nel ‘44, è neurochirurgo all’humanitas e fondatore di Fondazione Atena Onlus per la ricerca sul cervello e Atena Donna, per diffondere la cultura della prevenzione occuparsi del proprio Paese secondo le competenze personali. Ognuno di noi, se gli viene richiesto, dovrebbe prestarsi. Ho deciso di dire di sì a un partito serio e moderato e condivido gli obiettivi della ministra Lorenzin, con la quale sono in piena sintonia».
Lei ha creato la Fondazione Atena Onlus per la ricerca sul cervello e la sua costola femminile, Atena Donna. Quali risultati avete centrato?
«Sono molto soddisfatto della campagna antidroga sui giovani. Nel 2016 650mila ragazzi hanno utilizzato sostanze psicoattive. Non hanno la coscienza di quanto possono farsi male con le droghe tradizionali e con quelle sintetiche, capaci di creare gravi emorragie cerebrali. I danni sono impressionanti. Il cervello presenta buchi, c’è carenza di materia cerebrale perché le sostanze psicotrope distruggono i neuroni».
Ci sono prospettive nella cura dei tumori cerebrali?
«Con la Fondazione abbiamo avviato un progetto innovativo di ricerca in collaborazione con l’istituto Superiore di Sanità. La sopravvivenza a queste malattie è limitata e non esistono cure definitive. Noi proponiamo un trattamento di immunoterapia che sollecita l’organismo a difendersi con gli anticorpi».
Nel libro «Ti regalo le Stelle», lei racconta come mai un bambino di San Cataldo, vicino a Caltanissetta, sceglie la neurochirurgia. Perché?
«Ero affascinato dalla complessità. Volevo dedicarmi a una chirurgia fatta più con la mente, dove il ragionamento fosse importante come la tecnica».
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