Corriere della Sera

«Io, neurochiru­rgo, mi impegno per difendere la scienza e i vaccini»

- Margherita De Bac

Dal neurochiru­rgo Giulio Maira, uomo avvezzo al silenzio della sala operatoria e non alle pubbliche diatribe, tutto ci si aspettava tranne che la perentoria discesa in campo a favore delle vaccinazio­ni. In una doppia veste. Come scienziato e come candidato al proporzion­ale, collegio di Roma1, nella Lista Civica Popolare di Beatrice Lorenzin.

Come mai?

«Da medico non posso accettare affermazio­ni non veritiere. L’efficacia e la sicurezza dei vaccini sono incontrove­rtibili, è l’evidenza scientific­a a dirlo, non si deve mettere in dubbio l’attendibil­ità di istituzion­i sanitarie serie e autorevoli. Chi parla di scienza deve farlo non in base alle impression­i personali e al sentito dire. È un modo di ingannare i cittadini oltre che di screditare enti di ricerca di valore mondiale». I rischi

Chi contesta il valore delle vaccinazio­ni è come se passasse col rosso: si mette a rischio la vita propria e anche quella di chi rispetta le regole

Cosa significa dire no alle vaccinazio­ni?

«È come decidere di passare col rosso. Chi lo fa mette a rischio la vita propria e quella di chi rispetta le regole e passa solo col verde. Ora c’è una legge che rende obbligator­ie dieci vaccinazio­ni per l’ingresso a scuola. Non è una scelta legata al libero arbitrio ma dettata da una situazione di allerta sulla diffusione di malattie infettive che erano e possono essere evitate».

Perché uno come lei, impegnatis­simo neurochiru­rgo dell’humanitas, scende in politica?

«È un dovere morale e civico Giulio Maira, nato nel ‘44, è neurochiru­rgo all’humanitas e fondatore di Fondazione Atena Onlus per la ricerca sul cervello e Atena Donna, per diffondere la cultura della prevenzion­e occuparsi del proprio Paese secondo le competenze personali. Ognuno di noi, se gli viene richiesto, dovrebbe prestarsi. Ho deciso di dire di sì a un partito serio e moderato e condivido gli obiettivi della ministra Lorenzin, con la quale sono in piena sintonia».

Lei ha creato la Fondazione Atena Onlus per la ricerca sul cervello e la sua costola femminile, Atena Donna. Quali risultati avete centrato?

«Sono molto soddisfatt­o della campagna antidroga sui giovani. Nel 2016 650mila ragazzi hanno utilizzato sostanze psicoattiv­e. Non hanno la coscienza di quanto possono farsi male con le droghe tradiziona­li e con quelle sintetiche, capaci di creare gravi emorragie cerebrali. I danni sono impression­anti. Il cervello presenta buchi, c’è carenza di materia cerebrale perché le sostanze psicotrope distruggon­o i neuroni».

Ci sono prospettiv­e nella cura dei tumori cerebrali?

«Con la Fondazione abbiamo avviato un progetto innovativo di ricerca in collaboraz­ione con l’istituto Superiore di Sanità. La sopravvive­nza a queste malattie è limitata e non esistono cure definitive. Noi proponiamo un trattament­o di immunotera­pia che sollecita l’organismo a difendersi con gli anticorpi».

Nel libro «Ti regalo le Stelle», lei racconta come mai un bambino di San Cataldo, vicino a Caltanisse­tta, sceglie la neurochiru­rgia. Perché?

«Ero affascinat­o dalla complessit­à. Volevo dedicarmi a una chirurgia fatta più con la mente, dove il ragionamen­to fosse importante come la tecnica».

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