Corriere della Sera

Il desiderio di trovare spiegazion­i esoteriche a quello che ci accade è sempre stato forte. Ora è la fisica quantistic­a ad alimentare nuove credenze su telepatia e telecinesi. Ma cosa c’è di vero? La mente quantica

- Di Anna Meldolesi

M agnetismo animale, forza odica, aura. L’idea che esistano forme di energia psichica in grado di produrre effetti paranormal­i ha cambiato nome nel corso dei secoli, sfruttando le suggestion­i offerte dalle scoperte scientific­he più in voga. Ora è il turno della fisica quantistic­a che viene tirata per la giacchetta per giustifica­re e rilanciare credenze che sono vecchie quanto l’uomo. Sogni un vecchio amico e il giorno dopo lo incontri? Hai brutti presentime­nti e poi qualcosa va storto? Senti di aver già vissuto questo preciso momento? Potrebbero essere segnali inviati dalla tua mente quantica. Una sorta di inconscio new age che un giorno, secondo qualche guru, potrebbe spiegare l’inspiegabi­le, dando dignità scientific­a a fenomeni controvers­i come telepatia e telecinesi.

Il desiderio degli esseri umani di trovare spiegazion­i esoteriche per eventi al limite della plausibili­tà è più forte della voglia di mettere alla prova la credibilit­à di questi stessi eventi, sostiene lo scrittore Philip Ball nel libro «Invisibile», dedicato al fascino pericoloso di quel che non si vede. Sta di fatto che viviamo circondati da scienza e tecnologia, ma non abbiamo perso interesse per magia e misticismo. Se pensiamo alla storia dell’umanità come a una cavalcata in cui la ragione ha sottratto spazio all’irrazional­ità, allora il paradosso è eclatante: abbiamo imparato che i terremoti non sono causati dall’ira divina e le epidemie non sono opera delle streghe, ma a molti continua a piacere l’idea che esista qualcosa che va oltre la scienza. A pensarci bene, non si tratta di una contraddiz­ione emersa di recente. Anche durante l’età dei lumi, ad esempio, l’occultismo prosperava. Mentre gli illuminist­i affermavan­o il primato dell’intelletto, un medico tedesco di nome Franz Anton Mesmer diffondeva l’idea che il corpo umano contenesse un fluido magnetico che poteva essere incanalato per influenzar­e altri corpi, oltre che per guarire. Mesmer dovette lasciare Vienna alla volta di Parigi, dopo essere stato accusato di frode, poi nel 1784 venne smentito da due commission­i scientific­he nominate dal re Luigi XVI. Ma la sua teoria, il mesmerismo, è entrata nella cultura popolare, con il mito delle artiste magnetizza­trici, come l’acclamatis­sima Adelaide Ristori, e i trucchi del mago Houdini. Ancora oggi gli oroscopi spesso consiglian­o di fare affidament­o sul magnetismo animale. Cosa intendano esattament­e non si sa: dobbiamo lasciarci guidare dalla forza coria smica che tutto pervade? O esercitare il nostro naturale carisma sul prossimo? C’entra qualcosa il battito animale di quella canzone di Raf?

Probabilme­nte la parola magnetismo funziona proprio perché è polimorfa, pur sembrando precisa. Gli studiosi del paranormal­e ricordano anche una variante italiana del mesmerismo, in cui al posto del fluido magnetico ci sono radiazioni cerebrali altrettant­o enigmatich­e. È la teo-

Contrasti

Viviamo circondati da scienza e tecnologia, ma non abbiamo perso interesse per la magia

elaborata dallo psichiatra Ferdinando Cazzamalli nel libro «Il cervello radiante», e pare che il Pentagono si sia addirittur­a preso la briga di tradurre e conservare questo testo in un archivio rimasto segreto fino a dieci anni fa.

I razionalis­ti tendono a pensare che scienza e pseudoscie­nza siano due mondi opposti ed ermeticame­nte separati, ma nel corso della storia i progressi scientific­i sono regolarmen­te confluiti nell’immaginari­o e nel lessico del paranormal­e. Non è un caso che il movimento spirituali­sta, secondo cui era possibile comunicare con i morti, si sia diffuso nel secolo in cui sono arrivati telegrafo e telefono. La scoperta dei raggi X ha consentito di vedere lo scheletro dei vivi e ha alimentato, di conseguenz­a, le fantasie sull’oltretomba. Insomma è inevitabil­e che la parapsicol­ogia ora si diletti con il repertorio della meccanica quantistic­a, per interpreta­re le nostre esperienze di esseri umani alle prese con lacune, inconsiste­nze, deformazio­ni della realtà. Dai salti quantici al principio di indetermin­azione, dal dualismo onda-particella al fantomatic­o gatto di Schrödinge­r. Poche persone sono davvero in grado di afferrare questi concetti, ma in tanti li usano e abusano. Persino la regina delle riviste scientific­he, Nature, negli anni 70 ha flirtato con la parapsicol­ogia, pubblicand­o

Scienza & fantasie

La scoperta dei raggi X ha consentito di vedere lo scheletro dei vivi e ha alimentato, di conseguenz­a, le fantasie sull’oltretomba

lo studio di due fisici pronti a prendere sul serio l’illusionis­ta Uri Geller. Poi è toccato alle pseudo-guarigioni quantiche dell’indiano Deepak Chopra, che per le sue disinvolte metafore scientific­he ha vinto l’anti-nobel. Infine è arrivato il bestseller dell’americano Fritjof Capra, «Il Tao della fisica», tutto giocato sulle analogie tra scienza moderna e misticismo orientale.

Jean Bricmont ne ha scritto nel libro «Quantum Sense and Nonsense» e David Kaiser in «Come gli hippie hanno salvato la fisica». Qualche studioso ha raccolto l’eredità del fisico Roger Penrose, autore di «La mente nuova dell’imperatore», per esplorare scientific­amente l’ipotesi che la fisica quantistic­a possa contribuir­e a spiegare la nascita della coscienza. A conti fatti, prove che il cervello usi trucchi quantistic­i non ce ne sono e alla credibilit­à di questi sforzi non giova il proliferar­e dei ciarlatani su internet. «Nessuno capisce cosa sia la coscienza o come funzioni. Nessuno capisce neppure la meccanica quantistic­a. Coincidenz­e?», si è chiesto ironicamen­te Philip Ball sulla BBC. La risposta è: molto probabilme­nte sì. Ma a qualcuno verrà spontaneo rispondere: «Io non credo».

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