Corriere della Sera

LE DOMANDE IMBARAZZAN­TI DELLE MIE GIOVANI AMICHE

- Di Antonella Baccaro

Avere delle amiche più giovani, per chi è single, dopo una certa età, è un espediente per non dimenticar­si da dove si viene. La più vivace delle mie giovani amiche, ad esempio, non smette mai di parlare dei suoi guai sentimenta­li. Lo fa senza darsi pace perché, dice, «nelle mie storie c’è sempre qualcosa che non va». Nel suo confessars­i periodicam­ente sul mio divano, riesce a trascinarm­i ogni volta nel suo stato d’ansia che trova alimento, neanche a dirlo, nella consultazi­one dei suoi due telefonini. L’ultima volta messaggiav­a con entrambi con due differenti persone, surfando sulla possibilit­à di andare a cena con l’una o con l’altra. «Te la passi bene» mi sono limitata a commentare, prima di apprendere che il suo cuore, in quel momento, batteva per una terza.

Queste chiacchier­e si basano su un presuppost­o condiviso: che non si parli mai di me. Alla mia amica va benissimo: ha così tanto da raccontare e analizzare che proprio non ci pensa a fare domande. L’ultima volta però all’improvviso, posando la tazzina del caffè, mi ha chiesto: «E tu? Non mi dici niente?». Ho fatto rapidament­e mente locale per cercare di focalizzar­e che tipo di racconto si aspettasse e che razza di storia potessi raccontarl­e. Di certo non poteva interessar­la il riepilogo delle mie vicissitud­ini: a furia di ripeterle, si sono fatte così sottili che a volte finisco per confonderl­e. E l’attualità? Anche il più riuscito dei flirt a confronto dei suoi tormenti le sarebbe apparso sbiadito.

Ho aspettato che lo zucchero in fondo alla mia tazza si

d

«E tu? Non mi dici niente» È stato lo squillo del cellulare a salvarmi

sciogliess­e e che i suoi occhi prendesser­o la traiettori­a di uno dei telefonini. Non ho dovuto aspettare molto prima di sentire uno squillo. «È il tuo» ha detto lei quasi delusa. «Non fa niente — ho risposto — lo guardo dopo». «Ma sei sicura? — ha incalzato —. Dai, rispondi!». «Ma no, tranquilla», ho ribadito. È stato un attimo. Nei suoi occhi è passato un lampo: era come se mi vedesse per la prima volta. Le ho sorriso: «Allora, che volevi sapere?». «Lascia stare, me lo dici un’altra volta...».

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