Da Veruschka alla Bellucci, il milione di foto della Fondazione Barbieri
L’artista raccoglie il frutto di un’intensa e lunga carriera. «Promuoveremo i giovani talenti italiani»
Èuno scrigno prezioso quello che custodisce un milione di negativi, quattro mila foto vintage, tremilacinquecento polaroid, numeri che raccontano una carriera lunghissima, quella di Gian Paolo Barbieri.
«Ho tolto la modella dalla pedana bianca e l’ho inserita in una scenografia, questo è stato uno dei cambiamenti più rivoluzionari nella fotografia di moda», racconta. A 80 anni firma ancora campagne importanti e si apre al mondo attraverso la sua Fondazione (fondazionegianpaolobarbieri.it) che sarà inaugurata giovedì a Milano (via Lattanzio 11), la sua città. La sede quello studio che dal 1997 è il centro della sua creatività.
All’evento ci sarà Veruschka, modella icona degli anni Settanta, ma in versione XXL, proiettata su otto metri di muro. Alla guida della Fondazione Emanuele Randazzo che da oltre un decennio collabora col fotografo. «L’obiettivo è tutelare la vastità del patrimonio artistico di Barbieri, ma intendiamo anche sostenere nuovi artisti, soprattutto gli italiani che non hanno la possibilità di essere conosciuti», dice Randazzo.
Foto, disegni, libri. Una carriera lunga cinquanta anni, tantissime foto in bianco e nero, poi il colore, intenso. Foto ancora attualissime come quella scattata a Jerry Hall per Versace nel 1978. La modella in ginocchio con le cuffie in testa e una svolazzante coda di cavallo, al bordo di una grande vasca idromassaggio, mentre guarda e aspetta un uomo che si lava i capelli. Le sue visioni raccontano storie di burrasche che sembrano uscite da un quadro di Turner, una zattera, dei naufraghi, vele spezzate e mani protese a chiedere aiuto (campagna Vivienne Westwood, Londra 1998).
Ci sono sperimentazioni a base di cubetti di zucchero (1970) e voli di colomba davanti al Duomo di Milano (campagna Aly Dunne per Gianfranco Ferré, 1991). Ci sono corpi da ammirare in trasparenza, da Veruschka a Iman e Monica Bellucci.
«Il corpo è il tema principale delle mie foto. Mi permette di esprimere attrazione, sensualità e seduzione. Sono stato fortunato perché ho lavorato in un’epoca in cui le modelle erano modelle. Ognuna aveva una propria personalità», racconta Barberi. Ora sta lavorando ad un nuovo progetto «dedicato ai 400 anni dalla morte di Shakespeare», dice Randazzo, mantenendo segreti i dettagli.