«I miei vestiti non comuni per donne alfa»
Rocco Galluccio e la sua «Alcoolique»
La storia
● Rocco Adriano Galluccio è uno stilista casertano fondatore del marchio Alcoolique. Nasce in una famiglia di artisti e fotografi e dopo aver studiato Disegno Industriale per la Moda, si trasferisce a Milano, dove inizia subito a lavorare per brand nazionali e internazionali
● Dopo un’esperienza in Indonesia rientra in Italia e crea il brand Alcoolique, dedicato all'urbanwear couture. L’ispirazione è la tradizione napoletana, usando solo manodopera e tessuti italiani. Tra le clienti ci sono Sarah Jessica Parker, Levante, Filippa Lagerback, la cantante neozelandese Lorde. In occasione della 74° Edizione del Festival di Venezia hanno indossato i suoi abiti Silvia Busuioc, Jun Ichikawa e Desirèe Noferini
Cosa hanno in comune Sarah Jessica Parker, Levante, Filippa Lagerback e la cantante neozelandese Lorde? Sono femmine alfa. Le chiama così Rocco Adriano Galluccio, il giovane stilista casertano che veste questo poker di donne, nelle occasioni importanti. «Donne forti e femminili, ma non eccessive, che vogliono comunicare anche attraverso un abito non comune».
Fuori dal comune è anche il nome scelto per il marchio, Alcoolique, per richiamare un abbigliamento da party, capace di farsi riconoscere. Filippa Lagerback indossava il modello Daisy (resort 2018), quando Daniele Bossari le ha chiesto la mano nel corso del programma di Nicola Savino. E «Carrie» ha voluto in occasione degli Obie Awards a New York un abito ricamato Alcoolique. «Sarah è una delle nostre clienti più affezionate. La prima volta che ci ha contattati la sua stylist pensavo fosse uno scherzo: ci aveva visto su Moda Operandi, da allora non ci ha più lasciati».
Galluccio si prende un piccolo merito, con cui prova a distinguersi nell’universo popolatissimo della moda. «Do grande importanza alla vestibilità e i miei abiti fanno sentire bene chi li indossa. Sarah sceglie sempre lo stesso modello, in tessuti e fantasie diverse, che per lei rappresenta l’abito perfetto». Vita stretta, maniche sotto il gomito, gonna svasata a metà polpaccio: è questo il passepartout scelto dalla diva. Il segreto che ha portato alla creazione di un modello così di successo è semplice: l’ascolto. «Chiedo a tutte come si sentono con un mio abito. Lo domando alle
La scelta di Carrie «Quando ci ha contattato la stylist di “Carrie” ho pensato a uno scherzo»
modelle, che si stupiscono, perché uno stilista chiede raramente il loro parere. Chiedo ai collaboratori, alle sarte. E telefono in boutique per sapere cosa hanno detto i clienti».
Appassionato di moda già da piccolo, è arrivato alla sua prima collezione dopo una capsule di t-shirt e un’esperienza a Bali. «Sono passato dalla bacchettona alla super spogliata. Solo ora ho trovato la donna vera». Sullo sfondo c’è sempre stato l’amore per la tradizione napoletana, fatta di maioliche, di giardini opulenti, ma anche un mondo immaginario di sirene. «Il lavoro più grande è quello sui tessuti: in ogni stoffa c’è tanta ricerca, faccio accostamenti improbabili, il mio è un elogio del ricamo». Passione e tenacia, con il pallino del Made in Italy e lo sforzo costante di autofinanziarsi. «Ogni collezione serve a pagare la successiva». Il mercato di riferimento è l’america, dove il gusto Alcoolique è riconosciuto. «Le clienti mi ringraziano e mi dicono che si sono sentite belle. In collezione ci sono gonne cortissime e scollature ma non dici mai “questa dove sta andando”». Nel futuro c’è ancora la donna, l’uomo mai, troppo noioso per l’universo Alcoolique. «Non amo gli uomini “conciati”, mi piacciono i maschi vestiti in modo classico, quelli che quando escono con una donna danno importanza a lei».