Tutti scrivono libri. E il diavolo fa l’editore
La strada per l’inferno è lastricata di manoscritti e il diavolo veste i panni dell’editore in questa squisita novella di Paolo Maurensig, scrittore friulano dagli echi mitteleuropei.
Un racconto vagamente gotico introdotto dall’espediente del manoscritto ritrovato. Dove si narra di padre Cornelius, chiamato ad assistere il parroco prossimo alla pensione in un paese svizzero, «accogliente d’estate, mortalmente squallido d’inverno». Qui, pare, una notte soggiornò Goethe. Forse perché onusti di questo passato, in paese tutti sono poeti, novellisti, storici, o romanzieri. Tutti ambiscono alla gloria letteraria e dall’ufficio postale è un continuo partire di manoscritti verso i grandi editori di città, a cui seguono gentili ma definitive lettere di rifiuto. Così quando una ragazza un poco strana viene selezionata da un concorso nazionale di letteratura per l’infanzia, l’editore-diavolo ci mette la coda. Decide di presentarsi a bordo di una berlina, vestito in doppiopetto, e di distribuire, le sue illusioni. Con un eloquio forbito e un tono di voce suadente racconta di voler aprire nel paese una succursale della sua casa editrice e di sovvenzionare un ricco premio, intitolato, naturalmente a Goethe. Nessuno prende come una premonizione la recrudescenza della rabbia silvestre portata dalle volpi, la vanità è cattiva consigliera e molti sono pronti a vendere l’anima per la pubblicazione. Il diavolo lo sa. D’altronde nessuno è senza peccato e lo stesso padre Cornelius ha qualcosa da nascondere.
Maurensig detta con grazia un apologo divertito sui vizi e le vanità della società letteraria, anche contemporanea, ricordando che, in fondo, la scrittura è un rito di magia. «L’arte è lunga, la vita è breve, il giudizio difficile»: lo diceva, forse, Goethe.