Federer, l’ultima magia a 36 anni e sei mesi torna sul trono del tennis
Non credete mai a un fuoriclasse quando vi dice che, ormai, sai, gioco solo per divertirmi. Roger Federer ha rivisto il calendario post Australian Open (20° trionfo Slam) per togliersi l’ennesimo sfizio della carriera: diventare il numero 1 del tennis più vecchio della storia. Dopo la trasferta australiana avrebbe potuto rimanere in Svizzera a prendere il fresco o installarsi nel buen retiro di Dubai, dove prepara tutte le sue campagne extraeuropee. Rientrare a Miami o Indian Wells, al caldo della Florida, era il programma originario messo a punto con coach Ljubicic: cosa gli resta, in fondo, da dimostrare? Però l’infortunio di Rafa Nadal a Melbourne (ritiro con Cilic in semifinale per un problema alla coscia), che ha costretto il niño a un altro stop, gli ha fatto venire una meravigliosa idea in testa. E allora eccolo prendere l’aereo (privato) e scendere in campo a Rotterdam, il divino Roger, vincitore prima su Bemelmans e Kohlschreiber e poi, ieri nei quarti, su Haase (4-6, 6-1, 6-1 il punteggio), protagonista assoluto di un Atp 500 di cui non sentiva alcun bisogno. La vittoria sull’olandese ha segnato, per il computer, il sorpasso su Nadal (da cui lo dividevano solo 155 punti) settimane consecutive Federer diventa n.1 il 2 febbraio 2004 e resta in testa fino al 17 agosto 2008 settimane in totale in testa alla classifica per Federer che non era più n. 1 dal 4 novembre 2012 (foto) fermo ai box. «È stata una sfida eccitante, ho faticato per arrivarci, ho dovuto vincere molte partite, ma oggi mi sento come vent’anni fa» ha detto Federer, che da lunedì ritorna a guardare tutti dall’alto in basso. A 36 anni e sei mesi è il re più attempato: superato il record di Andre Agassi, primo nel 2003 a 33 anni e 131 giorni. «Non avrei mai immaginato di avere questa chance dopo l’intervento al ginocchio del febbraio 2016. La cosa più importante è aver recuperato la condizione. Avrei avuto grandi rimpianti se non avessi accettato di giocare, sono su di giri». Che durasse un minuto o per sempre, l’exploit di Federer, che era stato n.1 per la prima volta nel 2004 e che aveva ceduto il trono oltre cinque anni fa (era il novembre 2012), è enorme. Potrebbe non sopravvivere alla fine dell’inverno ma segna un’altra pietra miliare nella carriera di The Goat (greatest of all times). Roger, infatti, presto avrà da difendere i duemila punti di Miami e Indian Wells, impresa non facile. E nel frattempo è previsto il rientro nel circuito di Nadal (Acapulco, fine febbraio). Non finisce qui. Alla prossima.