Virtuale, mista o aumentata La lenta rivoluzione delle realtà digitali
Lui, Mark Zuckerberg, camminava sorridendo lungo il corridoio per raggiungere il palco. Attorno, seduti sulle poltrone in platea, un esercito di cinquemila volti coperti da visori. Fisicamente in un luogo, con gli occhi (e la mente) rivolti altrove. La foto scattata alla conferenza di Samsung al Mobile World Congress del 2016 aveva fatto il giro del mondo. «La realtà virtuale cambierà le nostre vite», aveva detto il fondatore di Facebook. Due anni dopo, la stessa Samsung ci mostrerà, nell’evento più atteso della fiera di Barcellona le potenzialità di un’altra realtà, quella aumentata. Voci dicono che il lancio del Galaxy S9 sarà corredato di ologrammi e immagini digitali sovrapposte al mondo fisico. Due facce della stessa rivoluzione, che ancora è all’inizio ma lentamente avanza. Il mercato valeva 9,1 miliardi di dollari nell’anno che si è appena chiuso, crescerà — prevede la società di ricerca Idc — fino a 17,8 miliardi in quello appena iniziato. Nell’edizione della fiera che aprirà lunedì, realtà virtuale, mista o aumentata rimangono tra i protagonisti. A cominciare dal nuovo processore dedicato di Qualcomm, lo Snapdragon 845 Xtended Reality, la piattaforma su cui verranno costruiti i nuovi visori, come l’oculus Go (di casa Facebook) e il taiwanese Htc Vive Focus. Che non avranno più bisogno di collegarsi a un Pc o di uno smartphone di supporto. Visori stand-alone, come anche quello di Lenovo, il Mirage Solo, primo di questo tipo a supportare Daydream di Google. Lo smartphone rimane invece centrale per la realtà aumentata, in attesa di occhiali intelligenti, come i Magic Leap One, gli Hololens o il visore Asus Hc102 (appena uscito in Italia), che porteranno gli ologrammi direttamente davanti ai nostri occhi.