Embraco-whirlpool non ritira i licenziamenti I sindacati via dal tavolo
L’azienda propone un part time. Invitalia al lavoro
MILANO Alla fine sono bastati una decina di minuti. A rappresentare Embraco Europe al tavolo presso l’associazione industriali di Torino, ieri pomeriggio, è arrivata la responsabile del personale — insieme con i consulenti di Randstad Hr solutions. Sul fronte opposto Fiom, Fim e Uilm. Che subito hanno fatto una domanda: «Ritirate i licenziamenti, senza se e senza ma?». Al «No, però...» i rappresentanti delle sigle dei metalmeccanici si sono alzati e hanno rimesso giacche e berretto.
In sostanza l’azienda sarebbe disponibile a ritardare i licenziamenti fino alla fine dell’anno se i lavoratori accettassero di passare al part time. Ma il sindacato — forte della posizione del governo — non ci sente. «Sarebbe un ricatto — osserva Ugo Bolognesi, funzionario Fiom al tavolo —. Per noi l’unica proposta è quella che ha fatto il ministro Calenda: ritiro dei licenziamenti e nove mesi di cassa integrazione. Se, nonostante tutto, arriveranno i licenziamenti il 26 marzo, allora supporteremo l’impugnazione da parte dei lavoratori». Sulla stessa lunghezza d’onda Fim e Uilm. Insieme i sindacati dei metalmeccanici stanno organizzando una giornata di sciopero (non è ancora ufficiale ma si parla del 15 marzo). Inoltre andranno a Bruxelles per protestare il 28 febbraio davanti al parlamento Europeo. Iniziative comuni che di per sé sono già una notizia. Embraco sta unendo dove Fiat Chrysler aveva diviso: ormai da più di dieci anni i metalmeccanici non manifestavano insieme a Torino.
Tornando al destino dei 497 di Embraco, l’incontro di ieri ha esaurito le occasioni di confronto azienda-sindacato o azienda-governo. Invitalia continua l’operazione di scouting alla ricerca di imprese disposte a subentrare nel sito produttivo. Se qualcuno si facesse avanti i lavoratori potrebbero