FORZE DELL’ORDINE STRETTE TRA DIFFIDENZA E BISOGNO DI SICUREZZA
Amate, corteggiate, blandite. Ma anche illuse, temute, osteggiate, vilipese, combattute. Mai come in questa campagna elettorale le forze dell’ordine si ritrovano al centro di una scena che, sicuramente, non hanno cercato. Una commedia dell’assurdo dove elogi e promesse dei partiti a caccia di consensi si fondono — stridendo — con la consueta aria di sospetto di una certa sinistra e l’odio, che si fa aggressione fisica, del cosiddetto «antagonismo». In un Paese che ha fame di sicurezza una tale diffidenza appare inaccettabile, soprattutto da parte di quella borghesia intellettuale che si attribuisce i crismi del progressismo. Il che, non si sa in base a quale contorta consequenzialità, si trasforma in algida, critica posizione su polizia, carabinieri, Guardia di Finanza e militari in genere. Senza giri di parole, quella sinistra che bolla come «di destra» se non propriamente fascista qualsiasi simpatia verso le forze dell’ordine. Una sinistra che ha messo in fuga parte di se stessa verso posizioni più oggettive ma che reclama sicurezza quando viene toccata personalmente. Il caso dell’esquilino, dove abita tanta di quella sinistra che oggi reclama ordine e sicurezza, è sintomatico. Qualcuno dovrebbe far pace con il proprio cervello e la propria coscienza e farsi sentire non solo quando viene messa a repentaglio la sua sicurezza ma anche quando un carabiniere viene pestato da un gruppo di delinquenti o i poliziotti sono bersagliati da bombe carta piene di chiodi. Il Paese è pronto a non dover più temere le scomuniche di cosiddetti «benpensanti» quando si chiede che alle forze dell’ordine siano dati i mezzi e i meriti cui hanno diritto. Una moderna democrazia europea non può accettare che si parli di polizia fascista. La svastica che la mano di un demente ha disegnato sulla lapide che ricorda i cinque poliziotti della scorta di Aldo Moro trucidati dalle Brigate rosse la dice lunga. Non se lo merita chi ogni giorno rischia la vita in strada, non se lo merita ogni persona di buonsenso.