Corriere della Sera

Gianni Morandi

«Io come Mccartney Sono in scena dal ‘62»

- di Andrea Laffranchi

«Canto da quando ho 13 anni. La mia vita è questa». E allora Gianni Morandi si rimette in moto. Con un tour di 20 date, partenza l’altra sera a Jesolo con la data zero, due ore e mezzo sul palco per raccontare con 42 canzoni 55 anni di carriera. «È uno spettacolo impegnativ­o, uso molto la voce, il mio repertorio ha pezzi che vanno cantati a squarciago­la. Ogni volta è come un piccolo esame».

La materia che ha dovuto studiare di più?

«Le 8 canzoni del nuovo album d’amore d’autore: è la prima volta che le eseguo in pubblico. Poi c’è un carrellata che parte da lontano».

Da quanto lontano?

«Da Andavo a 100 all’ora, la prima canzone che ho registrato. Ero un ragazzino, era il 1962. Ho iniziato assieme ai Beatles. E mi consola vedere che anche Paul Mccartney continua a fare concerti».

Cosa ricorda?

«Avevo fatto un provino per la Rca, filiale del colosso americano sbarcato in Italia con l’appoggio del Vaticano. Franco Migliacci, grande autore che ha firmato molti dei miei successi, mi ha raccontato che gli arrivò questa canzone scritta da un emigrante, Toni Dori, e che decisero di provare ad affidarla a me. Chiamarono il mio manager, Paolo Lionetti, un arbitro di pugilato che voleva farmi fare boxe... Andammo a Roma con un treno che faceva tutte le fermate. Ricordo Morricone che firmò l’arrangiame­nto...»

E fu il successo...

«Non proprio. Vendette 100-150 mila copie. Oggi con quei numeri starebbe in classifica per mesi, ma allora l’attenzione della casa discografi­ca era più per Rita Pavone. Ci vollero Fatti mandare dalla mamma e In ginocchio da te per arrivare al successo. A rivederli oggi furono tempi incredibil­i: l’italia del boom economico e la partenza della mia carriera. Una volta andai al cinema e dovettero interrompe­re la proiezione per l’accoglienz­a del pubblico».

Adesso la inseguono per i selfie... È una star dei social network...

«Sono curioso, non mi voglio Il palco

Il nuovo tour di Gianni Morandi è partito l’altra sera da Jesolo con la data zero annoiare. Così sperimento, anche se molti me lo sconsiglia­no. Come è accaduto con il duetto con Rovazzi. In tanti mi dicevano “ma cosa fai?” e invece...».

Lo stato di salute della musica?

«Mi fa piacere scoprire che esiste una nuova generazion­e di cantautori che non esce dai talent: Brunori Sas, Motta, Coez, Calcutta... Alcuni di loro come Levante, Tommaso Paradiso dei Thegiornal­isti, Paolo Simoni e Ermal Meta sono fra gli autori del mio ultimo album».

Li ha scoperti da solo o attraverso suo figlio?

«Lui già tre anni fa mi parlava dei rapper della nuova generazion­e, Sfera Ebbasta e Ghali. Anche da lì arrivano cose interessan­ti».

Tempi incredibil­i quelli del debutto. E quelli di oggi?

«Nella generazion­e dei 1820enni mi sembra di vedere meno speranza e meno voglia di sognare. So che sembra retorico, ma è così. Lo vedo in mio figlio di 20 anni, non c’è voglia di costruire e fare. Ma qualcosa accadrà, non andremo allo scatafasci­o. Voglio sempre vedere ottimismo».

Era ottimista anche quando sembrava che la sua carriera fosse finita all’inizio degli anni 70?

«Non c’era più trippa per gatti. Di colpo a nessuno interessav­a più quello che facevo. Ero definitiva­mente finito, il telefono era muto, nessuno mi voleva. Non avevo nemmeno 30 anni, una brutta sensazione. Poi la vita è strana e regala cose incredibil­i».

Anche lei ha condotto Sanremo: geloso del successo del suo amico Baglioni?

«Sono rimasto a bocca aperta. Sapevo che avrebbe affrontato l’avventura con il massimo dell’impegno e la massima dedizione ai dettagli. È un perfezioni­sta come ho avuto modo di scoprire quando abbiamo fatto il tour assieme».

Se dovesse tornare il prossimo anno e le chiedesse di partecipar­e in gara?

«Secondo me lui sta prendendo in consideraz­ione l’ipotesi. Ho partecipat­o sei volte al festival, l’ho vinto, ho fatto l’ospite quest’anno, ho presentato nel 2011 e 2012, ma non disdegno l’idea di tornarci in gara».

Ci sono altri progetti televisivi?

«Sono molto proteso verso questo tour ma farò la seconda serie di L’isola di Pietro». ti

d Sui social sperimento anche se molti me lo sconsiglia­no. La stessa cosa è accaduta per il duetto con Rovazzi. In tanti mi dicevano: «Ma cosa fai?»

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Confronti Gianni Morandi (a sinistra, durante il concerto a Jesolo) è nato a Monghidoro (Bologna) l’11 dicembre 1944. Sopra Paul Mccartney, nato a Liverpool il 18 giugno 1942. Il primo singolo dei Beatles («Love me do») risale al 1962, anno del debutto...

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