Tensione in piazza a Milano
Cariche al corteo anti Casapound. Gentiloni: no a chi semina odio. Roma, sinistra insieme M5S, nuovo caso: espulso condannato. Grillo: riforme possibili in un anno
Blindati in piazza, qualche lacrimogeno, manganellate e una carica di alleggerimento contro il corteo dei centri sociali che, ieri pomeriggio a Milano, cercava di forzare il cordone delle forze dell’ordine e raggiungere il comizio di Casapound. Intanto, a Roma, la sinistra ha marciato unita con l’anpi. E da tutti i leader messaggi contro la violenza.
Una sola carica. Una paio di minuti. La risposta di polizia e carabinieri (con i lacrimogeni) ad anarchici e antagonisti che lanciavano sassi e petardi. Rapido e violento tafferuglio, attutito da tre canotti che i manifestanti avevano portato in piazza come simbolo di antirazzismo e hanno poi usato come scudo. L’unica fase di tensione del presidio antifascista che ha radunato circa 1.500 persone in largo La Foppa, centro di Milano, zona di bar, shopping e aperitivi.
L’unica in tutta Italia su 119 manifestazioni politiche solo ieri in 30 province. Nonostante i timori della vigilia, a Roma, Palermo e Brescia è filato tutto liscio. Ma dopo i fatti di Milano il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi chiede «di fare indagini su singoli centri sociali e pensare di chiuderne qualcuno» mentre sulla paura di un ritorno al fascismo spiega: «Non vedo in giro né folle fasciste e tantomeno c’è un Mussolini».
Da segnalare a Roma solo il blitz anarchico alla sezione di Fratelli d’italia a Colle Oppio e i petardi fatti esplodere nell’area archeologica dei Fori. Il prossimo banco di prova saranno ora i comizi di fine campagna elettorale, intanto però il ministro dell’interno Marco Minniti esalta «ancora una volta, la forza della democrazia italiana» e plaude alla «tranquilla fermezza» dimostrata dalle forze di polizia.
Nella Capitale a preoccupare erano le possibili infiltrazioni nei cortei antifascisti e antirazzisti dell’anpi e dei Cobas. Ma non si è visto nessuno. A quest’ultima manifestazione — anche contro il Jobs act — oltre a centri sociali e antagonisti hanno preso parte circa 3mila lavoratori stranieri. Per gli organizzatori di «Mai più fascismo» a sfilare c’erano invece 100 mila persone. Tanti i volti della politica e dei sindacati. In prima fila i segretari generali di Cgil e Uil, Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo, e il segretario confederale della Cisl Andrea Cuccello.
Malumori fra le forze dell’ordine per la presenza degli osservatori di Amnesty International Italia per monitorare «il rispetto degli standard internazionali sull’uso della forza da parte delle forze dell’ordine e sul rispetto dei diritti umani». L’associazione ha tentato di spegnere subito il caso - «Non è un progetto contro di loro» ma la replica ironica sul profilo ufficiale della polizia non si è fatta attendere: «A Roma, dopo le violenze subite a Piacenza e a Torino, le forze dell’ordine si sono sentite tutelate». Nessun problema nemmeno alle manifestazioni antifasciste di Brescia e Palermo, per il centro sociale bruciato e la visita di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova. E sempre a Milano il questore Marcello Cardona ha parlato di «organizzazione complessa che ha permesso a tutti di manifestare nella piena legalità». Unico timore era che qualche gruppo isolato potesse avvicinarsi al Castello Sforzesco, dove parlava il candidato di Casapound Simone Di Stefano: quando antagonisti e anarchici si sono palesati al presidio antifascista, la Questura ha impedito qualsiasi movimento. E gli scontri sono avvenuti durante l’unico tentativo di forzare i blocchi per sfilare in corteo.
Minniti Il ministro dell’interno sottolinea «la forza della democrazia italiana» e la «tranquilla fermezza» delle forze di polizia