Corriere della Sera

Nuovo caso per M5S: espulso candidato E a Siena la base è in rivolta per Caiata

Manfredoni­a, spunta sentenza di condanna per Antonio Tasso. Toscana, l’ attacco ai vertici

- Marco Gasperetti

SIENA Mentre ancora infuriano le polemiche su Salvatore Caiata, già «re» della ristorazio­ne a Siena, presidente del Potenza calcio e candidato del M5S indagato per riciclaggi­o, ecco spuntare un nuovo caso giudiziari­o che ha come protagonis­ta un altro candidato grillino, stavolta nel collegio uninominal­e di Manfredoni­a cerignola, in Puglia. Il nuovo possibile «impresenta­bile» si chiama Antonio Tasso e, secondo una sentenza del 2007, è stato condannato in primo grado dal tribunale di Foggia a sei mesi di carcere e 2 mila euro di multa per aver «duplicato a fine di lucro 308 cd per videogioch­i e 57 cd musicali» violando così il diritto d’autore. La pena venne poi sospesa. E ci sarebbe stato un ricorso in appello finito in prescrizio­ne.

Da giorni il deputato del Pd, Michele Bordo, accusava Tasso di aver subito una condanna penale ma lui negava. Poi ieri è spuntata la sentenza di condanna e Tasso in serata è stato espulso dal Movimento.

Antonio Tasso ieri si è difeso dal suo profilo Facebook. «Per potermi candidare nel Movimento 5 Stelle — ha scritto — oltre al curriculum, ho inviato il casellario giudiziale, il certificat­o dei carichi pendenti e il certificat­o ex articolo 335 che serve per verificare l’esistenza di denunce o indagini. Tutti sono risultati puliti». Ma poi il candidato pentastell­ato ha ammesso d’essere stato processato. «Mi sono difeso come era mio diritto — ha scritto — e non c’è stata nessuna condanna né amministra­tiva né penale. Il caso è stato archiviato». Ma Di Maio è stato inflessibi­le: «Non ci ha informati di questo episodio. Per questa ragione è stato segnalato al collegio dei probiviri a cui ho proposto l’espulsione».

E intanto il caso Caiata continua a provocare polemiche a Siena e a Potenza. Nella città del Palio, la base M5S è in rivolta e ieri in un documento ha accusato i vertici di non averli ascoltati quando gli attivisti locali del Movimento avevano espresso molte perplessit­à sulla candidatur­a di Caiata. Perplessit­à che, come hanno scritto i grillini, non sono state determinat­e dalle molte chiacchier­e nei suoi confronti ma «dalle sue frequentaz­ioni politiche e imprendito­riali, lontanissi­me dal modo di essere del Movimento».

La risposta è arrivata dal deputato Cinquestel­le, Alfonso Bonafede: «Avevamo tenuto in consideraz­ione la segnalazio­ne del nostro gruppo di Siena. Purtroppo la genericità dell’alert, fondato solo su vaghissimi chiacchier­icci che circolavan­o in città, non ci ha permesso di seguire una pista circostanz­iata. Il M5S ha comunque operato con scrupolo tutte le verifiche che i mezzi a nostra disposizio­ne ci consentiva­no, compreso il controllo del certificat­o dei carichi pendenti».

Salvatore Caiata si è difeso, parlando di sciacallag­gio politico, respingend­o ogni accusa e confermand­o la sua candidatur­a.

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