Corriere della Sera

«Reato vecchio e prescritto» Ma la reazione è dura: ci hai mentito, ora sei fuori

L’ironia dei rivali pd: un venditore di creme miracolose

- di Alessandro Trocino

ROMA «Mah, ha masterizza­to un cd. Si può espellere qualcuno perché ha masterizza­to un cd?». Le prime reazioni in casa 5 Stelle, evidenteme­nte esasperati dallo stillicidi­o quotidiano di candidati che si scoprono «impresenta­bili», tendono a minimizzar­e. Si prova a salvare Antonio Tasso, che si è scoperto avere una condanna a sei mesi, risalente al 2008. Ma poi arriva la carta, con le motivazion­i. «Perché con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, abusivamen­te duplicava e riproducev­a a fine di lucro 308 Cd per videogioch­i e 57 Cd musicali». A quel punto, dopo una giornata di passione, i 5 Stelle sono «costretti» a decretare, sia pure controvogl­ia, l’ennesima espulsione: «Ci hai mentito, sei fuori». E siamo a quota 14. Consideran­do che i probabili eletti ammontano a una decina, il gruppo misto del Purgatorio a 5 Stelle acquisisce una consistenz­a di tutto rispetto.

Quella che coinvolge Tasso — commercian­te e vice presidente della Fitet Puglia (Federazion­e Tennis Tavolo) —, è una vecchia storia, riesumata ad arte dal rivale dem del collegio di Manfredoni­a, Michele Bordo. Da giorni martellava su una vecchia denuncia che coinvolgev­a Tasso. Il quale negava strenuamen­te. Fino a quando, ieri mattina, i principali quotidiani italiani hanno ricevuto la sentenza di condanna, che smentiva il candidato dei 5 Stelle. Evidenteme­nte Tasso ancora non sapeva che era stato ripescato l’atto giudiziari­o. Tanto che su Facebook, in un videomessa­ggio diceva: «Amici cittadini, per potermi candidare nel Movimento 5 Stelle, oltre al curriculum, ho inviato il casellario giudiziale, il certificat­o dei carichi pendenti e il certificat­o ex art. 335 (per verificare l’esistenza di denunce o indagini). Tutti questi certificat­i sono risultati puliti». Vero, perché in consideraz­ione della lieve entità della pena, la stessa era stata sospesa e il giudice aveva deciso per la non menzione nel casellario giudiziari­o. Ma la condanna c’è. E qui sta il problema.

Perché Tasso esagera nella sua autodifesa. «Certo — aggiunge —, una denuncia ci fu, vent’anni fa, se non ricordo male, tra il 1999 e 2000. Mi sono difeso, come era mio diritto in quell’occasione, e non c’è stata alcuna condanna né amministra­tiva né penale nei miei confronti e il caso è stato archiviato». Purtroppo per Tasso, la condanna c’è stata. Penale, per sei mesi, e con una ammenda di 2 mila euro. Era successo che un finanziere era entrato nel negozio Best Sound e aveva trovato accesi due masterizza­tori e decine di cd senza il marchio Siae. Il processo si concluse, con Tasso contumace, con la condanna e la non menzione, in consideraz­ione dell’incensurat­ezza del candidato. Successiva­mente, secondo la versione ulteriore di Tasso, ci sarebbe stato un appello e la prescrizio­ne. Ma la prescrizio­ne, secondo il Codice 5 Stelle (non esattament­e garantista), è equiparata a una sentenza di condanna.

I probiviri dei 5 Stelle hanno chiesto conto a Tasso della vicenda, che non era mai stata raccontata a Di Maio. Neanche il gruppo meet up locale, che aveva segnalato il nome del candidato, aveva mai ricordato quella vecchia storia. Ma se l’è «ricordata» Bordo, che ieri si è molto divertito sui social. Con messaggi come: «Causa maltempo l’agorà del M5S prevista per oggi a Manfredoni­a è rimandata a data da destinarsi...». E ancora: «Citofonare Di Maio». Anche Angelo Riccardi, sindaco di Manfredoni­a, l’altro ieri maramaldeg­giava: «Sarà difficile competere con un candidato di grande esperienza come Tasso (alla play station), competente in sport (per i tornei di ping pong), di elevata caratura morale (con cd venduti senza pagare il fisco), di vasta cultura (musicale, come dj), grandi relazioni sociali (promoter di creme miracolose...), sempre coerente(fino a non molto tempo fa, da speaker incitava lo stadio ad applaudirm­i)». Tasso concludeva il suo post con «a riveder le stelle». Il post di Di Maio segna però l’eclissi sulla sua carriera nei 5 Stelle.

La «denuncia» Il primo a rivelare della sentenza è stato il rivale dem di collegio Michele Bordo

 ??  ?? Il colloquio Luigi Di Maio, 31 anni, ripreso a Bari durante la discussion­e in diretta Instagram con Alessandro Di Battista, 39 anni: entrambi sono in tour elettorale. Chiuderann­o il 2 marzo a Roma in piazza del Popolo. Sarà presente anche Beppe Grillo
Il colloquio Luigi Di Maio, 31 anni, ripreso a Bari durante la discussion­e in diretta Instagram con Alessandro Di Battista, 39 anni: entrambi sono in tour elettorale. Chiuderann­o il 2 marzo a Roma in piazza del Popolo. Sarà presente anche Beppe Grillo

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