Grillo riappare (sul blog): anche in un solo anno si possono fare le riforme
L’intervento del garante agita il Movimento «Sembra un assist a Di Maio sul governo di programma»
Ancora attesa. Il popolo dei Cinque Stelle «aspetta» Beppe Grillo. Il garante — che parteciperà al comizio conclusivo — (a parte una fugace apparizione a Torre del Greco) ha preferito rimanere ai margini della campagna elettorale. Ma le voci di una sua discesa in campo in questa ultima settimana si stanno moltiplicando, così come le indiscrezioni su appuntamenti imminenti (e anche su ripensamenti dell’ultima ora).
Ma intanto Grillo si materializza sul suo blog, in un video dalla casa in Toscana, per parlare di governabilità: un intervento che — per tempi e modi — «suona come un assist per quel “governo di programma” lanciato da Luigi Di Maio», sostengono più voci tra i pentastellati. «Le riforme più grandi della nostra storia sono state fatte in 12 anni dal 1968 al 1980 dove sono cambiati 15 governi e mezzo, ogni anno cambiava un governo e mezzo, quindi non c’era governabilità, eppure sono state fatte le più grandi riforme della nostra storia», dice Grillo. Il garante poi traccia un elenco che va dalla riforma dello Stato («sono state istituite le Regioni e le autonomie locali») allo Statuto dei lavoratori, dalla legge fiscale alle leggi sulla casa. E ancora: «Il diritto di famiglia, il divorzio, l’obiezione di coscienza è stato riconosciuto, gli organi collegiali della scuola e circoscrizioni, voto ai diciottenni, consultori familiari, depenalizzazione dell’aborto, riconoscimento dell’aborto libero e gratuito, e assistito». «Tutto in quei dodici anni lì con un governo e mezzo che spariva, ne arrivava un altro e un altro», chiude il garante.
Un post che ha scaldato il Movimento. «Che tipo di governabilità? Cosa è la governabilità?», si domanda Carlo Sibilia che invita ad ascoltare le parole del garante. Pragmatici e ortodossi vedono nel messaggio di Grillo un doppio binario. C’è chi punta sulla «lotta alle ipocrisie del sistema» e chi, appunto, legge «un invito a cambiare il Paese con i mezzi che avremo a disposizione». E qui torna il discorso sui progetti pentastellati per un «governo di programma». Le tensioni interne che animano il Movimento e che toccano anche i vertici — almeno fino a domenica — saranno messe in disparte. L’obiettivo è — spiegano nel Movimento — «far convergere gli sforzi». E il messaggio viene ribadito anche da Davide Casaleggio, impegnato in campagna elettorale a Ivrea: Sul blog L’intervento video di Beppe Grillo, 69 anni, sulla governabilità «Sono giorni molto importanti, da utilizzare per comunicare il nostro programma».
Ma la campagna elettorale rimane ad alta tensione. Di Maio, che oggi a «1/2 h in più» su Raitre annuncerà il primo nome della sua squadra, risponde al leader di Forza Italia, che ha detto: «La gente disgustata dalla politica ha guardato ai Cinque Stelle pensando che non avrebbero rubato ma da quanto si vede dagli ultimi fatti ci hanno messo poco a imparare». «A Berlusconi che dice che abbiamo imparato subito a rubare — replica Di Maio — dico che noi i bonifici li facciamo alle imprese italiane, lui li ha fatti a Cosa nostra, c’è scritto nelle sentenze». E il candidato premier pentastellato prende anche le distanze da un asse con il Pd: «Se ci saranno convergenze sarà su un contratto su un programma di lavori, con nessun scambio di poltrone».
Intanto il Movimento incassa l’endorsement dell’allenatore del Pescara Zdenek Zeman: «Penso che voterò Cinque Stelle alle prossime elezioni perché propongono qualcosa di nuovo e gli altri non mi convincono». E poi chiarisce: «Io in politica? È difficile, non credo. Rimango fuori dalla politica, perché il mio mestiere è un altro».
Zeman
«Penso che voterò M5S, propongono cose nuove e gli altri non mi convincono»