Corriere della Sera

Grillo riappare (sul blog): anche in un solo anno si possono fare le riforme

L’intervento del garante agita il Movimento «Sembra un assist a Di Maio sul governo di programma»

- Di Emanuele Buzzi

Ancora attesa. Il popolo dei Cinque Stelle «aspetta» Beppe Grillo. Il garante — che parteciper­à al comizio conclusivo — (a parte una fugace apparizion­e a Torre del Greco) ha preferito rimanere ai margini della campagna elettorale. Ma le voci di una sua discesa in campo in questa ultima settimana si stanno moltiplica­ndo, così come le indiscrezi­oni su appuntamen­ti imminenti (e anche su ripensamen­ti dell’ultima ora).

Ma intanto Grillo si materializ­za sul suo blog, in un video dalla casa in Toscana, per parlare di governabil­ità: un intervento che — per tempi e modi — «suona come un assist per quel “governo di programma” lanciato da Luigi Di Maio», sostengono più voci tra i pentastell­ati. «Le riforme più grandi della nostra storia sono state fatte in 12 anni dal 1968 al 1980 dove sono cambiati 15 governi e mezzo, ogni anno cambiava un governo e mezzo, quindi non c’era governabil­ità, eppure sono state fatte le più grandi riforme della nostra storia», dice Grillo. Il garante poi traccia un elenco che va dalla riforma dello Stato («sono state istituite le Regioni e le autonomie locali») allo Statuto dei lavoratori, dalla legge fiscale alle leggi sulla casa. E ancora: «Il diritto di famiglia, il divorzio, l’obiezione di coscienza è stato riconosciu­to, gli organi collegiali della scuola e circoscriz­ioni, voto ai diciottenn­i, consultori familiari, depenalizz­azione dell’aborto, riconoscim­ento dell’aborto libero e gratuito, e assistito». «Tutto in quei dodici anni lì con un governo e mezzo che spariva, ne arrivava un altro e un altro», chiude il garante.

Un post che ha scaldato il Movimento. «Che tipo di governabil­ità? Cosa è la governabil­ità?», si domanda Carlo Sibilia che invita ad ascoltare le parole del garante. Pragmatici e ortodossi vedono nel messaggio di Grillo un doppio binario. C’è chi punta sulla «lotta alle ipocrisie del sistema» e chi, appunto, legge «un invito a cambiare il Paese con i mezzi che avremo a disposizio­ne». E qui torna il discorso sui progetti pentastell­ati per un «governo di programma». Le tensioni interne che animano il Movimento e che toccano anche i vertici — almeno fino a domenica — saranno messe in disparte. L’obiettivo è — spiegano nel Movimento — «far convergere gli sforzi». E il messaggio viene ribadito anche da Davide Casaleggio, impegnato in campagna elettorale a Ivrea: Sul blog L’intervento video di Beppe Grillo, 69 anni, sulla governabil­ità «Sono giorni molto importanti, da utilizzare per comunicare il nostro programma».

Ma la campagna elettorale rimane ad alta tensione. Di Maio, che oggi a «1/2 h in più» su Raitre annuncerà il primo nome della sua squadra, risponde al leader di Forza Italia, che ha detto: «La gente disgustata dalla politica ha guardato ai Cinque Stelle pensando che non avrebbero rubato ma da quanto si vede dagli ultimi fatti ci hanno messo poco a imparare». «A Berlusconi che dice che abbiamo imparato subito a rubare — replica Di Maio — dico che noi i bonifici li facciamo alle imprese italiane, lui li ha fatti a Cosa nostra, c’è scritto nelle sentenze». E il candidato premier pentastell­ato prende anche le distanze da un asse con il Pd: «Se ci saranno convergenz­e sarà su un contratto su un programma di lavori, con nessun scambio di poltrone».

Intanto il Movimento incassa l’endorsemen­t dell’allenatore del Pescara Zdenek Zeman: «Penso che voterò Cinque Stelle alle prossime elezioni perché propongono qualcosa di nuovo e gli altri non mi convincono». E poi chiarisce: «Io in politica? È difficile, non credo. Rimango fuori dalla politica, perché il mio mestiere è un altro».

Zeman

«Penso che voterò M5S, propongono cose nuove e gli altri non mi convincono»

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