Trenta giorni di tregua a Ghouta. Via libera all’onu
Trenta giorni di tregua su tutto il territorio siriano per salvare la popolazione di Ghouta, la cittadina sotto assedio vicino a Damasco. Il Consiglio di Sicurezza dell’onu ha approvato all’unanimità la risoluzione presentata da Svezia e Kuwait. Il via libera è arrivato dopo frenetici negoziati per superare l’opposizione della Russia. A questo punto i convogli umanitari delle Nazioni Unite potranno soccorrere i feriti in tutto il Paese e portare cibo e assistenza alla popolazione di Ghouta Est, controllata da tre formazioni di ribelli e da giorni bombardata dall’aviazione di Bashar Al Assad.
La versione iniziale del documento prevedeva il completo «cessate il fuoco». Ma i russi hanno ottenuto un’importante eccezione: potranno continuare «le operazioni mirate» contro postazioni affiliate ad Al Qaeda o ad altre organizzazioni terroristiche. E sarà questo il punto chiave per l’applicazione della tregua. Assad considera terroristi tutti gli oppositori. Toccherà al Cremlino e all’iran, l’altro alleato, convincerlo a sospendere gli attacchi indiscriminati. È il senso dell’appello politico rivolto a Mosca dall’ambasciatrice americana Nikki Haley e dai rappresentanti di Francia e Regno Unito. Il testo si concentra sull’emergenza, con un minimo di prospettiva: la richiesta al leader siriano di togliere l’assedio a Ghouta. In caso di inadempienza il Consiglio di Sicurezza tornerà a riunirsi. Nei giorni scorsi Haley aveva criticato i russi: «Ora vedremo se hanno una coscienza». Scontro evitato, ma il dialogo per risolvere la crisi è un’altra cosa.