«Anche l’acqua si ricicla», un piano contro la siccità
La nuova campagna del Fai lanciata a Palermo. «Le nuove tecnologie fanno la differenza»
Dopo la «differenziata» per la spazzatura, bisogna convincere tutti a fare lo stesso per l’acqua. Incentivando l’installazione di cisterne per raccogliere quella piovana, attivando il doppio circuito per acque potabili e grigie, in modo da non utilizzare la (poca) acqua da bere per lo sciacquone, per il lavaggio auto o per innaffiare i giardini. È questo il messaggio lanciato ieri da Palermo al convegno degli 800 delegati del Fai, il Fondo ambiente italiano, raccolti al Teatro Massimo per una giornata dedicata a un tema attualissimo, il rischio siccità determinato non solo dall’acqua che non c’è, ma anche da sprechi e cattivo uso delle risorse.
Chimici e biologi di fama a convegno con il presidente del Fai, Andrea Carandini, con il suo vice Marco Magnifico, la sottosegretaria Ilaria Borletti Buitoni, il teologo Vito Mancuso, tutti a favore della nuova campagna di sensibilizzazione chiamata #salvalacqua, destinata anche a far conoscere gli sviluppi della ricerca tecnologica.
Come sottolinea l’architetto Magnifico: «Adesso è già possibile fare cose fino a qualche tempo fa inimmaginabili. E lo dimostreremo nelle Cinque Terre, a Punta Mesco, nel podere del Fai dove daremo acqua da bere uscita dal gabinetto perché la ricerca oggi lo permette. E ci permette con una serie di accorgimenti di diventare tutti noi “idrocivici”, come ripetiamo da Palermo lanciando questo neologismo».
Ma la «differenziata dell’acqua» non è il solo tema sul quale il Fai insiste rivolgendosi con un appello al futuro parlamento, al governo e ai segretari dei partiti in campagna elettorale «perché si occupino di acqua, impegnandosi a costruire una politica innovativa, capace di fare uscire il Paese da una situazione di ordinaria e crescente emergenza, verso un modello di gestione razionale, sostenibile ed efficiente». Salvare l’acqua è possibile, per il Fai: «Mettendo al centro risparmio, recupero, riciclo e tutela del suolo». Per questo il Fai diventa promotore di una «strategia nazionale per l’acqua», come ripete il presidente Carandini: «Un piano di obiettivi, norme e investimenti per affrontare cambiamenti ambientali, carenze infrastrutturali, cattiva gestione e disinformazione».