Corriere della Sera

Uccise in strada dieci anni fa Storia infinita di un processo

Giudici cambiati e perizie da rifare. Roma, un’odissea giudiziari­a

- Di Valeria Costantini

Golf andava a 157 chilometri orari quando travolse le vittime: il limite sulla strada era 50.

Il processo d’appello iniziò nel 2011 e terminò solo nel 2015 tra mille intoppi: il presidente della Corte in pensione e istruttori­a da ricomincia­re. Giudici del collegio cambiati, perizie da rifare. Alla fine, la sentenza: 5 anni a Perrini, 4 a Cresta. «Il mio assistito invece è stato assolto. Un processo lungo, interrotto più volte», ricorda il legale di Pignoloni, Francesca Coppi, figlia del noto cassazioni­sta Franco, difensore (tra gli altri) di Silvio Berlusconi e Giulio Andreotti.

La rabbia delle famiglie delle vittime è divenuta rassegnata disperazio­ne. «I miei figli crescono senza la loro splendida mamma e non è giusto. In aula mai una parola per quei cinque angeli, mai un rimorso né le scuse», ricorda Giuseppe Filippone, marito di Marzia. «Giustizia lenta anche per gli imputati che, intanto, si sono fatti una famiglia», aggiunge Alessandro Pietrini, legale di Cresta.

Il 22 giugno, dunque, l’udienza in Cassazione. I conducenti delle auto non hanno fatto un giorno di carcere. Se colpevoli, forse non saranno mai rinchiusi in un penitenzia­rio. La vicenda

● Il 26 febbraio 2008 a Fiumicino (Roma), tre auto lanciate a folle velocità si scontraron­o, centrando mamme e studenti in attesa dello scuolabus: cinque i morti, tra cui due donne di 36 e 32 anni e tre scolare tra i 7 e i 13 anni

● I tre guidatori furono condannati in primo grado per omicidio colposo nel 2011. L’appello nel 2015 assolse uno dei tre. A giugno l’udienza in Cassazione

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Diciannove­nne Le firme alle esequie di Jessica Faoro, uccisa a Milano il 7 febbraio

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